Questa non può essere la normalità di un quartiere come il nostro, dove viviamo le nostre giornate e le nostre serate. Non può essere normale pensare che a Firenze, nel 2015, la Medaglia d’oro per la Resistenza dovrebbe girare nascosta perchè, se portata sul petto, può essere bersaglio di aggressione.
Ed invece Venerdì sera è accaduto proprio questo: un nostro compagno, Tommaso, è stato aggredito e si trova tuttora al Cto in attesa di un’operazione per la frattura scomposta riportata al braccio sinistro.
I fatti. Finita l’iniziativa del Consultorio in piazza in Polveriera, ci siamo trattenuti con alcuni compagni e compagne in San Lorenzo, per due birre e due chiacchere.
A pub chiuso, intorno alle 2,30 due ragazzi in stato visibilmente alterato si sono avvicinati a Tommaso. Dopo aver detto qualcosa sulla toppa antifascista che porta sul giubbotto, il più aggressivo dei due lo ha buttato per terra all’improvviso, sferrandogli una serie di calci al volto e al braccio. Alcuni di noi sono accorsi in suo soccorso, cercando di interrompere il pestaggio. È stato a quel punto che un secondo compagno è stato aggredito anche dall’altro soggetto, che fino a quel momento si era “limitato” ad incitare l’altro.
Nella mischia Tommaso ha provato a rialzarsi, ma è stato di nuovo e ripetutamente colpito con calci sulla schiena e ulteriori colpi.
I due aggressori si sono poi allontanati al grido “Firenze non è una città antifascista”, mentre i due ragazzi feriti sono stati portati a medicarsi dal resto del gruppo, spaventato dall’attacco improvviso e motivato solo dal veleno fascista.
Tommaso è stato subito accompagnato al CTO dove gli è stata diagnosticata la frattura al braccio sinistro con 90 giorni di prognosi.
Mai più. L’apertura nella nostra città di sedi come quelle di CasaPound o Casaggì sono una minaccia reale e quotidiana, permettendo l’aggregazione e l’organizzazione di soggetti notoriamente violenti, in quanto violente sono le idee che li muovono.
L’impunità che li ha sempre protetti, grazie all’appoggio aperto di partiti come la Lega, l’ex-PDL e Fratelli d’Italia, permette loro di girare per la città minacciando chiunque non abbia paura di affermare le proprie convinzioni antifasciste.
L’equiparazione di partigiani e repubblichini, di combattenti per la libertà e terroristi neri, di comunisti e fascisti, operata sistematicamente da una certa stampa “pacificatrice”, porta l’opinione pubblica a banalizzare eventi come questi, sminuendoli magari con un “se la sono cercata”.
Non è possibile pensare di ascrivere questa vicenda alla tipica rissa da bar, fra ubriachi o molesti. La dinamica dell’evento è chiara ed evidenzia come i due, sconosciuti e giovanissimi, non abbiano avuto bisogno di molti pretesti per partire all’attacco: una toppa antifascista è bastata ai loro occhi come “provocazione”.
Siamo tutte e tutti vicini a Tommaso perchè, al netto delle reazioni individuali e personali, chiunque sarebbe potuto essere vittima di un’aggressione simile.
Perchè siamo tutte e tutti antifascisti.