“SE 8 ORE VI SEMBRAN POCHE”
(canzone di fine ‘800, per la giornata lavorativa di otto ore)
Prato, 2021
E’ dal 18 gennaio che prosegue lo sciopero alla Texprint, una delle fabbriche modello del settore tessile nel pratese. Grazie al coraggio di questi lavoratori, i riflettori si sono accesi sulle condizioni bestiali di sfruttamento in queste fabbriche. Sono costretti a lavorare 12 ore al giorno per sette giorni la settimana, senza alcun riposo, privi dei diritti elementari, sotto il continuo rischio di incidenti che causano vere e proprie mutilazioni. Il personale è gestito da un sistema caporalesco, che garantisce la moderna schiavitù nelle fabbriche della “fast fashion”, indotto fondamentale delle grandi marche della moda italiana.
Non è una storia ottocentesca, non è una realtà lontana, in un paese lontano, non è una situazione marginale, residuale della nostra economia. Queste sono le condizioni di vita di migliaia e migliaia di lavoratori e lavoratrici nel nostro paese. Questa realtà è parte integrante ed essenziale del sistema Italia e anche del sistema economico toscano: le industrie tessili, la logistica, il settore agro-alimentare, il food-delivery.
E le ultime inchieste giudiziarie sulla presenza in Toscana delle mafie (‘Ndrangheta, Camorra e Mafia cinese) stanno svelando quanto sia profondo l’intreccio tra criminalità organizzata, industria e istituzioni. La Toscana progressista si rivela un mito falso e logoro.
Il 24 aprile i lavoratori della Texprint hanno indetto una manifestazione pubblica a Prato per dare forza e slancio alla loro lotta. Chiedono il rispetto del contratto nazionale, otto ore di lavoro per cinque giorni la settimana. Chiedono ferie e malattie. Chiedono la fine del sistema di sfruttamento pratese. Una loro vittoria sarebbe un passo avanti per tutti e tutte, un esempio contagioso per altri lavoratori e altre lavoratrici nelle stesse condizioni e questo lo sa bene anche chi si arricchisce ogni giorno sulla loro pelle, avvelenando le nostre terre. Inoltre lo sa bene anche chi nelle istituzioni ha permesso in questi decenni che a Prato e nella piana la moderna “schiavitù” diventasse sistema. In questi mesi di sciopero la polizia è stata utilizzata, con cariche ripetute e violente contro i lavoratori (hanno rotto perfino una gamba ad un operaio), per garantire al padrone della Texprint, tra l’altro sotto inchiesta per mafia, la possibilità di continuare a fare i propri profitti.
La Polveriera scenderà in piazza a Prato sabato 24 aprile. Andare alla manifestazione in un comune diverso dal proprio è consentito, scegliere di farlo significa schierarsi in una battaglia basilare in un periodo di crisi sociale, economica e politica di portata storica.
Su uno striscione ai cancelli della fabbrica, questi lavoratori hanno scritto: “Mai più schiavi! Vogliamo una vita più bella!”
riecheggiando fatalmente così le parole di uno sciopero nell‘industria tessile americana più di un secolo fa: “Vogliamo il pane, ma anche le rose!”
Non voltare le spalle ai lavoratori della Texprint
Non delegare ad una sinistra inesistente
Otto ore per cinque giorni
Tutti e tutte a Prato, sabato 24 Aprile, ore 15.00
Insieme a Studenti di Sinistra ci troveremo alla stazione di Rifredi alle 14.10 per prendere il treno delle 14.16 ed andare tutt* insieme in piazza!
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