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Diario di Bordo – sei mesi dopo

23 Dicembre 2014

Durante l’estate la neonata occupazione è passata quasi inosservata, permettendoci di lavorare indisturbati alla messa in sicurezza delle stanze e di porre le basi per un progetto politico in costante fase di elaborazione. I mesi che sono seguiti hanno visto crescere molto l’Assemblea e il consenso intorno al progetto che si andava delineando, e questo è stato possibile affrontando i problemi legati all’autorganizzazione dello spazio e all’interazione con le realtà che lo circondano e attraversano. Siamo partiti dall‘esigenza di coinvolgere attivamente la comunità proponendo e partecipando al dibattito politico e sociale che interessa direttamente i cittadini.

A settembre abbiamo inviato una e-mail di denuncia a tutti i rappresentanti delle istituzioni coinvolte nella gestione di Sant’Apollonia (DSU, Regione, Comune, Quartiere), chiedendo chiarimenti sull’umiliante passato recente del plesso e pretendendo un impegno per il suo futuro, informandoli quindi della costituzione dell’Assemblea. Siamo stati così invitati dall’Assessore Regionale Emanuele Bobbio ad un primo incontro di semplice conoscenza durante il quale abbiamo presentato le rivendicazioni avanzate negli anni dai collettivi universitari – ribadite anche in un secondo incontro informale – e che possiamo sintetizzare così: la restituzione alla comunità della possibilità di vivere Sant’Apollonia e la riqualifica del chiostro, che dall’attuale stato di decadenza possa tornare a essere un luogo pubblico e un punto di riferimento nel quartiere. 
Quello che proponiamo oggi tramite la riappropriazione e l’autogestione comune tra studenti, lavoratori e abitanti del quartiere, è la concreta possibilità di lavorare attivamente alle soluzioni creando un luogo di socialità alternativo, vivo e propositivo.

Alcune settimane dopo quest’incontro, a fine novembre, la notizia dell’occupazione dell’intero chiostro per l’organizzazione del mercato contadino li ha allertati a tal punto da indurli a intervenire per dissuaderci minacciando lo sgombero delle stanze occupate. Siamo riusciti a evitarlo garantendo la temporanea chiusura delle stanze (da loro giudicate inagibili) a patto che entro la fine dell’anno ci venissero presentati progetti concreti sul futuro del chiostro con la dimostrazione di una seria presa d’impegno. 

Di conseguenza il 23 dicembre, a sette mesi complessivi dalla nascita dell’Assemblea della Polveriera, abbiamo incontrato per la seconda volta l’Assessore Regionale insieme al nuovo Direttore del DSU Francesco Pierulli, i quali ci hanno esposto la prima bozza di progetto di riqualifica del chiostro: se attualmente la maggior parte del complesso è inutilizzato o indebitamente impiegato per uffici, le intenzioni mostrate sono quelle di ristrutturare interamente il primo piano per allargare la sala della mensa, allestire delle aule studio e addirittura ospitare una residenza studentesca, mentre per quanto riguarda il piano terra è previsto un ingente investimento per rimettere a nuovo il giardino e per trasferire gli uffici amministrativi e di front-office per studenti. Apparentemente entusiasmante. E sembra che i tempi di realizzazione non saranno troppo lunghi, giusto il tempo di reperire otto-nove milioni di euro…

Com’è possibile tutto questo? Com’è che dopo anni di disinteresse, proprio ora, in tempo di elezioni, si promette tutto ciò? È evidente che il progetto proposto è mera propaganda se lo dobbiamo considerare nell’ottica della prossima campagna elettorale per le elezioni regionali toscane, ma soprattutto resteranno parole al vento se non insisteremo maggiormente con la strada che abbiamo deciso di intraprendere: un progetto di riappropriazione e autogestione che deve essere costruito con la pratica della democrazia diretta, lontano dai macchinosi processi burocratici che impediscono una sana ed efficace gestione della cosa pubblica, così da coinvolgere direttamente la comunità a interessarsi dei propri spazi e delle proprie vite.

Per questo invitiamo tutte e tutti a partecipare alle riunioni dell’Assemblea e alle iniziative della Polveriera, in vista di un prossimo incontro pubblico nel quale costruiremo collettivamente il progetto per una nuova Sant’Apollonia.

L’Assemblea della Polveriera


Incontro con Mondeggi Fattoria Senza Padroni e Genuino Clandestino

Dopo il successo del mercato del 30 novembre alla polveriera e in vista della due giorni di Genuino Clandestino che si terrà il 13 e 14 dicembre a Mondeggi (qui il programma) parleremo con i produttori della rete per capire meglio quali sono le sue pratiche e i suoi obiettivi nella speranza di costruire un cammino condiviso verso i prossimi mercati.
dalle 19 apericena di autofinanziamento
dalle 20.30 – Incontro su: “La rete genuino clandestino. Come è nata, cos’è, cosa vuole.” con i produttori della Rete Genuino Clandestino e Mondeggi Bene Comune. Durante l’incontro avrà luogo la presentazione del progetto “L’orto di Zio Vittorio” per la realizzazione di un documentario sul recupero delle terre in disuso, sugli orti occupati e sulle realtà che lottano per l’autodeterminazione… anche alimentare!
“Genuino Clandestino nasce nel 2010 come una campagna di comunicazione per denunciare un insieme di norme ingiuste che, equiparando i cibi contadini trasformati a quelli delle grandi industrie alimentari, li ha resi fuorilegge. Per questo rivendica fin dalle sue origini la libera trasformazione dei cibi contadini, restituendo un diritto espropriato dal sistema neoliberista.
Ora questa campagna si è trasformata in una rete dalle maglie mobili di singoli e di comunità in divenire che, oltre alle sue iniziali rivendicazioni, propone alternative concrete al sistema capitalista vigente attraverso diverse azioni”.
– dal manifesto di Genuino Clandestino
L’iniziativa si svolgerà presso la sede di Riot Van, situata sempre in via Santa Reparata ma al numero 40/Rosso, a partire dalle 19.30

Sul Mercato, Mondeggi e RiMaflow

Appunti polverieri sul Mercato Contadino

Il 30 Novembre abbiamo ospitato nel nostro piazzale il mercato di Genuino Clandestino (comunità in lotta per l’autodeterminazione alimentare). Con i banchi, le associazioni e i comitati presenti,  tra cui Mondeggi Bene Comune e la fabbrica recuperata Ri-Maflow, abbiamo vissuto momenti bellissimi durante tutta la giornata, e alcune riflessioni vengono spontanee.
Le parole chiave che accomunano La Polveriera, Mondeggi e la Ri-Maflow sono l’autogestione, il mutuo soccorso, la riappropriazione e la lotta contro la speculazione, l’abbandono e l’annientamento della vita. Se da una parte noi ci occupiamo di uno spazio cittadino e universitario, loro si occupano rispettivamente dell’ambito agricolo e di quello industriale.
Con quest’evento siamo riusciti, almeno per un giorno, ad unire lotte “urbane” con quelle del lavoro e della sovranità alimentare, costruendo una critica della produzione capitalista. Ma l’obiettivo sta nel voler costruire una progettualità per far sì che queste connessioni ci permettano di rielaborare i nostri discorsi e i nostri obiettivi sotto una consapevolezza maggiore.
Ospitando il mercato abbiamo ridato vita al chiostro, che versava nel degrado e nell’abbandono da anni, utilizzato saltuariamente solo dalla Fondazione Toscana Spettacoli per le proprie passerelle e i propri festini privati. In Sant’Apollonia il 30 Novembre si respirava l’aria della comunità, allargavamo le nostre conoscenze e i nostri orizzonti, mentre intorno a noi i bambini giocavano, gli studenti leggevano e i cittadini avevano accesso a prodotti a chilometro zero e biologici.
I partecipanti al mercato erano pienamente consapevoli di essere in una situazione di illegalità, condivisa e diffusa, ma l’incontro con chi occupa le terre e con chi occupa le fabbriche ci ha rassicurato e rasserenato sul fatto che legalità e legittimità sono concetti che non coincidono.
Non ci interessa restare nell’ambito della legalità se questa vuol dire sprecare risorse, se vuole imporre modelli di vita che ci uccidono o che ci opprimono. 
E siccome è proprio da quest’esigenza di riprenderci spazi e tempi nostri che è nata la Polveriera, un progetto che non è fine a se stesso, ma che è mezzo per esprimere le nostre esigenze e immaginare altri modi di vivere gli spazi urbani, i tempi di vita e le relazioni sociali, abbiamo messo in relazione tutto ciò con le esigenze di altre vertenze: un piccolo produttore, contadino o artigiano che sia, può permettersi davvero di sacrificare metà del proprio guadagno per pagare il posto nel quale vende i propri prodotti? Ovviamente no, restando in una logica di mercato aperto, capitalista e legale. Da qui il bisogno di un mercato clandestino, organizzato in uno spazio temporaneamente occupato, nel quale il sentire comune diventa bene comune. 
I nostri sentimenti e le nostre emozioni coincidevano con i nostri intenti. Abbiamo restituito il chiostro alla città: non è solo nostro, ma è di tutti e tutte!
Il nostro impegno nel promuovere l’iniziativa è stato premiato da una larga partecipazione sia del quartiere che dei nostri amici e conoscenti e dall’ennesimo riconoscimento che abbiamo fatto la cosa giusta. Questo ci legittima ad andare avanti.
Se il sistema e la burocrazia – incarnati nei dirigenti delle istituzioni regionali e del Dsu – ci dicono che dovremmo abbandonare gli spazi che abbiamo occupato, noi dobbiamo disobbedire e, con spirito critico, comprendere che la nostra stessa presenza è un elemento di rottura con la realtà di degrado e abbandono nel quale versano gran parte degli spazi pubblici fiorentini.
Da questa faglia la nostra creatività è venuta fuori e ha richiamato dentro l’intera città.
Mondeggi ci mostra che è possibile trasformare in bene comune ciò che prima era caos e nulla.
La Ri-Maflow ci insegna che è possibile e giusto lottare per il lavoro e riappropriarsene. Così noi dovremmo difendere il nostro diritto allo studio e al lavoro.
Farlo da soli è un’impresa impensabile, ma non se riusciremo a metterci in rete, a creare ponti di solidarietà, a crescere insieme riproducendo meccanismi che ci insegnino e ci aiutino ad aiutare e a imparare dagli altri in uno scambio continuo e proficuo di conoscenze, di teorie e pratiche.
Il sorriso sul viso sereno di tutt*, il sudore di chi si è impegnato per realizzare la giornata, i suoni e le voci del mercato, le urla gioiose dei bambini e delle bambine, i fiori ed i frutti degli Oca, le petizioni dei NoTunnelTav e dei comitati contro l’abbattimento degli alberi sul percorso della tramvia, l’arrivo e l’aiuto attivo dei Gas e dei centri sociali, i disegni autoprodotti degli artisti sono la moneta con la quale ci siamo ripagati.
Tutto questo non è un vaneggiamento entusiasta, non è il sogno della comune socialista, ma la realtà che abbiamo creato insieme e che oggi rappresentiamo.
Occupare e autogestire sono mezzi giusti e coerenti per combattere il nulla del degrado e di ciò che ci è stato tolto. Siamo cresciuti in un mondo di asfalto, cemento e tecnologie asettiche, vogliamo un mondo verde, brulicante di vita e di attività lavorative e formative.
Siamo dalla parte del giusto, vogliamo ribadirlo per chi non c’era e non l’ha sentito a pelle o visto coi suoi occhi.
La lotta non è fondata sullo scontro, nel quale decidiamo di perdere qualcosa per annientare un nemico, ma sulla crescita e sullo sviluppo sociale, nei quali ci riappropriamo direttamente, da chi vuole essere nostro nemico (padroni-istituzioni), del nostro reddito, del nostro ruolo sociale e della nostra consapevolezza di classe.
La strategia futura per concretizzare i nostri contenuti dovrà fondarsi sulle stesse parole d’ordine che esponiamo quotidianamente.
Abbiamo attraversato un tessuto sociale misto e variegato, ci sentiamo arricchiti dentro, abbiamo stretto e ricucito amicizie e rapporti che ci garantiscono un contropotere in grado di difenderci, in ultima istanza, dagli attacchi mediatici e politici. Fermarci è impossibile. Prima lo pensavamo, ora lo sappiamo.

Resoconto dell’incontro con Mondeggi e Ri-Maflow 

Dopo una breve introduzione di Samuele dello Spazio Comune LaPolveriera, Francesco di Mondeggi e Luigi di Ri-Maflow presentano le loro realtà, mentre le immagini delle giornate nei campi di Mondeggi vengono proiettate sui muri del Chiostro di Sant’Apollonia.
La fattoria Mondeggi Bene Comune è un’area di 200 ettari di proprietà della provincia di Firenze.
Dopo anni di mala gestione da parte dei privati e del pubblico, i terreni versavano in uno stato di abbandono e di degrado totale. Il tentativo di salvataggio della vecchia impresa agricola da parte della provincia era fallito ed anche l’ultima società partecipata che l’aveva avuta in gestione aveva accumulato un debito enorme ed insanabile. Col tempo gli abitanti di Bagno A Ripoli e dei comuni limitrofi si sono resi conto delle potenzialità del luogo e hanno deciso di occupare le terre e gli edifici abbandonati per riprendere le coltivazioni.
Per evitare di appropriarsi personalmente dei terreni si è deciso di far partire la Custodia Popolare, come previsto dalla Costituzione Italiana per i Beni Comuni. Nasce così Mondeggi Fattoria Senza Padroni, un progetto di gestione nel quale chiunque lo desideri può lavorare spontaneamente riappropriandosi del rapporto con la terra, dei valori e dei principi del lavoro comune per la comunità. Quello che viene prodotto diventa un bene da difendere e da redistribuire. Chiunque può partecipare sia durante le giornate di lavoro, che durante le passeggiate di informazione.
Tramite la coltivazione e la vita si riprende un rapporto sano ed armonioso fra essere umano e natura, nel quale l’agricoltura e l’allevamento diventano gli strumenti per raggiungere nuove forme di autocoscienza, slegate alle logiche del profitto e della società capitalista. I frutti della terra, rigogliosa e felice, diventano il simbolo dell’impegno per una vita sana, biologica e pura.
La campagna per Mondeggi Bene Comune culmina nella petizione già firmata da amministratori pubblici di rilievo, da personalità della cultura e dello spettacolo e da migliaia di cittadini affascinati ed interesati alla lotta per la liberazione delle terre.
La fabbrica recuperata Ri-Maflow nasce con l’impegno ed il sacrificio degli occupanti e degli ex-operai. La Maflow era una fabbrica metalmeccanica che, dopo tanti passaggi da proprietari (prima italiani, poi stranieri) era fallita ed era stata chiusa ed abbandonata. 
Gli operai non si sono rassegnati alla mobilità e alla disoccupazione e sono rientrati nell’azienda. Hanno preferito non indebitarsi creando nuove società o cooperative e hanno formato un’assemblea nella quale hanno deciso di far ripartire la produzione secondo modelli orizzontali e volti all’ecologia. Il primo obiettivo centrato è stato quello di riconvertire l’azienda. Basta produrre per produrre! Basta produrre per il mercato ed il profitto! Senza padroni parassiti non c’è necessità di profitti, ma di ridare dignità al lavoro dei singoli e della collettività.
Hanno iniziato a recuperare materiale di scarto elettrico ed elettronico ed a riqualificarlo e rielaborarlo con i macchinari che sono riusciti a riavviare, scegliendo così di rovesciare la logica del consumo del prodotto che finisce in discarica e di riavvicinarsi alla città, interpellando i cittadini e chiedendo i resti di televisori, apparecchi elettrici, etc.
Lavorando su circuiti non convenzionali l’obiettivo è quello di combattere la speculazione che aveva distrutto il loro lavoro proponendo la “cittadella dell’altra economia”, una realtà nella quale l’autogestione garantisce lavoro, reddito e dignità per tutte e tutti.
Non bisogna confondere l’autogestione con l’autosfruttamento! L’obiettivo è di raggiungere una paga di 16 euro orari compresi di contributi per la pensione. Si lavora tutt* per lavorare meno e si redistribuisce equamente i guadagni.
L’assemblea si mette in rete con l’associazione Fuori Mercato, che ha permesso i contatti e le collaborazioni con SOS Rosarno e genuino clandestino, creando una filiera che combatte lo sfruttamento del lavoro agricolo ed il lavoro nero e dando vita ad autoproduzioni alimentari.
Nella nuova fabbrica entrano anche studenti e compagni, interessati al modello di rinascita del lavoro, lo spazio diventa sociale e l’assemblea si ampia creando nuovi ponti fra mondi che fino ad allora non comunicavano fra loro. Nell’azienda nascono spazi alloggio, la biblioteca, spazi di dibattito cultura, la palestra popolare, il bar, il mercato e si trasforma in una vera comune. Un luogo dove il lavoro libero e la socialità producono anche nuovi modi di vivere e di pensare.
Nasce l’idea di produrre pancali industriali legno per combattere lo sfruttamento che attualmente regna in quel sistema, ma ai macchinari attuali mancano alcuni componenti che non è possibile auto-costruirsi. Parte così la campagna di crowdfunding  “Ri-Maflow vuole vivere”, nella quale si chiede, con umiltà e dignità, di partecipare all’acquisto del nuovo compressore, già pagato al 50% con le campagne di auto-finanziamento e con il lavoro vivo dell’attuale produzione.
L’incontro termina rilanciando i prossimi appuntamenti che le due realtà si sono dati, con particolare riferimento alla due giorni di Genuino Clandestino a Firenze, il 13 e 14 Dicembre.

1° MERCATO CONTADINO E ARTIGIANO

Mercato contadino e dell’artigianato
Domenica 30 Novembre dalle ore 10 alle 19.00
Chiostro di S. Apollonia via S. Reparata 12

“Da diversi mesi cercavamo in questa città uno spazio in centro in cui organizzare mercati autogestiti che potessero rifarsi ai principi di genuino clandestino. 
La rete dei mercati contadini esiste già a Firenze e da la possibilità a molti piccoli produttori di vendere la propria merce. Purtroppo però la legislazione e le quote da pagare sono un deterrente per piccoli produttori locali e artigiani che durano fatica al solo pensare di dover fare un bilancio economico delle proprie attività. 
Abbiamo trovato finalmente uno spazio autogestito con delle persone vive che racchiude in se tutto quello che abbiamo cercato in tutto questo tempo. 
Abbiamo deciso di crederci girando tutti i mercati per invitare i produttori e gli artigiani, sono state mandate centinaia e centinaia di email oltre a stampare e distribuire migliaia di volantini. 
Abbiamo bisogno del sostegno di tutti quelli che condividono i principi di genuino clandestino, degli spazi autogestiti, dei gas, dei mercati contadini e dei cittadini consapevoli che ogni volta che fanno un acquisto decidono in prima persona in che direzione va il mercato. 
Multinazionali, supermercati e grande distribuzione oltre a consumatori senza coscienza hanno le loro responsabilità se lo sfruttamento sul lavoro è all’ordine del giorno, se sono migliaia i coltivatori diretti che hanno chiuso bottega e se ogni giorno migliaia di camion pieni di prodotti agricoli si muovono nel paese senza parlare di come vengono allevati gli animali per queste filiere. 
Domenica vogliamo dimostrare che un altro modo di fare economia è possibile, senza pesticidi e senza sfruttamento, costruendo invece di chiudere.
Ad oggi hanno risposto al nostro appello più di 25 banchi alimentari, 25 banchi di artigianato, mostre fotografiche, 5 laboratori teorici pratici, 8 banchini informativi delle varie campagne di lotta sul territorio, oltre a musicisti e artisti vari che ci rallegreranno la giornata. 
Come ospiti speciali per la giornata abbiamo invitato la Rimaflow di Milano e Mondeggi bene comune, prime esperienze in Italia di autogestione sul lavoro senza padrone rispettivamente nel settore dell’industria e dell’agricoltura che arricchiranno il pomeriggio con un’assemblea pubblica.

La Polveriera insieme a Mondeggi Bene Comune http://tbcfirenzemondeggi.noblogs.org/

e con la partecipazione da Milano di
Ri-MAFLOW, fabbrica recuperata.
http://www.rimaflow.it/
https://www.produzionidalbasso.com/project/rimaflow-vuole-vivere/

-Attraverso la vendita diretta sosteniamo il diritto ad un cibo genuino, locale ed economicamente accessibile.
Perché fare la spesa in modo consapevole è un gesto quotidiano in grado di modificare dal basso la società in cui viviamo.-

PROGRAMMA DELLA GIORNATA:
– Ore 10 inizio mercato con ortaggi, formaggi, pane, olio, miele, aromatiche… di produttori locali della rete dei G.A.S. e di Genuino Clandestino e banchi di artigiani.
– Ore 11 Laboratorio per bambini a cura dell’Associazione Melograno “Costruiamo uno spaventa-passeri”
– Ore 12 Laboratorio a cura di Virginia Mosca “Le verdure fermentate: i crauti”
– Ore 14 Dimostrazione di ARM KNITTING a cura di “Unrevel”
– Ore 15 Concerto della giovanissima cantautrice fiamminga Katrien Snoeys
– Ore 15.30 Spettacolo di marionette fatte a mano a cura della compagnia “TUTTI A FAVOLA!”
– Ore 17 Incontro pubblico con Mondeggi Fattoria senza padroni e RiMaflow fabbrica recuperata.
– Ore 19 Aperitivo benefit per la campagna “RiMaflow vuole vivere”http://www.rimaflow.it/index.php/appello-internazionale-adesioni/


Ringraziamo dal profondo tutti quanti hanno partecipato contribuendo al successo di questo primo mercato in Sant’Apollonia che ha visto il bellissimo chiostro tornare finalmente vivo e brulicante di vita. E’ stato un esperimento entusiasmante e ci impegneremo a farlo diventare un appuntamento fisso perché la città – ogni città – ha bisogno di spazi liberati dal vizio del profitto e della speculazione, ha bisogno di luoghi di incontro di esperienze e di conoscenze e di condivisione di principi sani e sempre sostenibili.
Le persone che hanno reso possibile questa giornata di mercato (e di arte, di cultura, di divertimento, di condivisione di esperienze e saperi), e che l’hanno riempito con il loro lavoro, la loro passione e la loro energia sono talmente tante che non riusciremmo a ringraziarle una ad una, perciò vi ringraziamo nello stesso modo in cui abbiamo costruito questa giornata: tutt* insieme, col cuore grande così >>>

1° MERCATO CONTADINO e dell’ARTIGIANATO in Sant’Apollonia

L’ultima domenica del mese di Novembre, via Santa Reparata 12
e con la partecipazione da Milano di 
Ri-MAFLOW, fabbrica recuperata.
-Attraverso la vendita diretta sosteniamo il diritto ad un cibo genuino, locale ed economicamente accessibile.
Perché fare la spesa in modo consapevole è un gesto quotidiano in grado di modificare dal basso la società in cui viviamo.-
PROGRAMMA:
Ore 10: Inizio mercato con ortaggi, formaggi, pane, olio, miele, aromatiche… di produttori locali della rete dei G.A.S. e di Genuino Clandestino e banchi di artigiani.
Ore 11: Laboratorio per bambini a cura dell’Associazione Melograno “Costruiamo uno spaventa-passeri”
Ore 12: Laboratorio a cura di Virginia Mosca 
“Le verdure fermentate: i crauti” 
(portare un vasetto!) 3274572981
Ore 14: Dimostrazione di ARM KNITTING
a cura di “Unrevel”
Ore 15: Concerto della giovanissima cantautrice fiamminga Katrien Snoeys
Ore 15.30: Spettacolo di marionette fatte a mano a cura della compagnia “TUTTI A FAVOLA!” 
Ore 17: Incontro pubblico con Mondeggi Fattoria senza padroni e RiMaflow fabbrica recuperata.
Ore 19: Aperitivo benefit per la campagna “RiMaflow vuole vivere” http://www.rimaflow.it/index.php/2014/10/29/rimaflow-vuole-vivere-appello-internazionale 
Sarà presente tutto il giorno un laborartorio di ciclofficina, se hai un problema con la bici portala e chiama la dani 3409718821.
Dimostrazione di alcune semplici riparazioni.

APERITIVO BENEFIT PER LA CAMPAGNA NAZIONALE A SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA BIFOLCO

VENERDI’ 21 NOVEMBRE A FIRENZE
Nella mensa di S. Apollonia, presso LaPolveriera SpazioComune, si terrà l’iniziativa a sostegno della campagna nazionale per le spese legali della famiglia di Davide Bifolco, sedicenne ucciso a Napoli nella notte del 5 settembre scorso da un colpo di pistola sparato da un carabiniere.
Ore 18:30 proiezione del video “Perchè non accada mai più – Le morti di stato”, presentazione dell’associazione ACAD e della campagna per le spese legali della famiglia Bifolco.
Ore 19:30 aperitivo
Sosteniamo attivamene la battaglia della famiglia Bifolco!
DAVIDE VIVE!
Non spegni il sole se gli spari addosso!

Intervento del Collettivo della Polveriera SpazioComune al convegno di Altra Europa con Tsipras.

Intervento del Collettivo della Polveriera SpazioComune al convegno a Firenze di AltraEuropa con Tsipras di fronte agli esponenti dell’inevitabilmente fallimentare sinistra italiana, per rimarcare la necessità di ricostruire un tessuto politico sociale a partire dal basso, dalle piazze, dai posti di lavoro, dai luoghi di studio, con politiche sociali attente alle esigenze e ai diritti dei cittadini.
Quest’auditorium si trova fra le mura del Chiostro di Sant’Apollonia, delle mura che hanno tanto da raccontare. Hanno assistito proprio qui dentro a centinaia di assemblee dagli anni ’60 ai ’70 quando era il centro del movimento studentesco. Portano ancora oggi le scritte fatte dal 67 al 74 dagli oltre mille studenti greci emigrati dalla dittatura. 
E proprio qua sopra, metri quadrati che la regione lascia abbandonati e che da maggio sono occupati da noi: lavoratori, studenti ed abitanti del quartiere. Uno spazio che oggi è diventato comune a decine di persone che lo vivono ed attraversano, all’interno del quale si sperimentano resistenza e costruzione d’alternative.
Queste sono cose che solo chi vive i luoghi, i quartieri come i posti di lavoro e le scuole, può conoscere in profondità. Ed è per questo che Syriza lavora strettamente legata ai movimenti sociali, composti da quelle persone che ogni giorno lottano e cercano di cambiare questa società; perché caratteristiche e problematiche sono conosciute dai soggetti che le vivono, come da loro devono essere elaborate le rivendicazioni. Cercare di rappresentarle, senza averne internità, sarà fallimentare.
Se Syriza, dopo i risultati del 30% delle scorse elezioni, adesso potrà governare la Grecia, proprio per questa stretta connessione con le lotte sociali, quelle che le daranno la forza di resistere agli attacchi che l’Ue molto probabilmente porterà una volta conquistato il potere politico.
Abbiamo scelto di intervenire per sottolineare quest’aspetto perché il paese oggi è attraversato da centinaia di vertenze lavorative e conflitti nei quartieri e nei territori che non trovano espressione politica. 
E l’espressione politica di questo mondo, il mondo degli sfruttati dal capitale: dai lavoratori ai territori, non può partire dalla pura rappresentazione di questi conflitti, né da alleanze che puntino a racimolare quelle percentuali da governo. Questo non potrà che avvenire sostenendo direttamente i conflitti aperti dalla crisi, legando quelle lotte al fine di dargli progettualità. Cambiare la società dev’essere l’obiettivo. Solo così si può pensare di raggiungere quegli obiettivi. Se invece si rigira sottosopra l’obiettivo, ponendo il risultato elettorale come prioritario, difficilmente si riuscirà a replicare quanto Syriza ha fatto nel suo paese. E difficilmente le persone che in queste settimane occupano le piazze potranno credere in un cambiamento collettivo.

ARE YOU EXPERIENCED? Guida nel mondo delle sostanze

ARE YOU EXPERIENCED?
Guida nel mondo delle sostanze.
Ciclo d’incontri frontali a cura del Centro Java Infoshop

Giovedì 20/11 h19:
ADDICTION: Culture e Contesti

Giovedì 27/11 h19:
Dal concetto di Dipendenza
al concetto di Autoregolamentazione

Giovedì 04/12 h19:
Politiche di riduzione del danno
e esempi europei di buone prassi

durante gli incontri sarà disponibile un aperitivo di autofinanziamento

LaPolveriera SpazioComune
@plesso sant’apollonia – via s.reparata, 12

Assemblea cittadina STOP JOBS ACT

COS’È IL JOBS ACT? COME POSSIAMO FERMARLO?
Davvero il Jobs Act parla “solo” di Articolo 18 come dicono i media? O forse c’è qualcosa di più?
Demansionamento, videosorveglianza per tenere sotto controllo lavoratori e lavoratrici, precarietà diffusa ed estesa a tutte e tutti… Know your enemy significa conoscere chi ci colpisce, perchè e come. Per capire ed organizzarsi.

Qui il documento che ne analizza i punti principali, redatto dal Collettivo di Lettere e Filosofia

L’invito è esteso a tutti, dai sindacati di base ai collettivi studenteschi universitari, ognuno secondo le proprie possibilità: VERSO LO SCIOPERO SOCIALE!

#STOPJOBSACT
#14N