Archivi categoria: Urbanistica e diritto alla città

Assemblea cittadina DIFENDIAMO IL TERRITORIO E LA SALUTE Mercoledì 4 Maggio

Assemblea mercoledì 4 Maggio ore 21:00
presso lo Studentato di via Ponte di Mezzo 27
AULA PIANO TERRA

C.S.A. Next Emerson, Occupazione via del Leone e La Polveriera Spazio comune chiamano tutte e tutti le/gli interessate/i alla manifestazione CONTRO GLI INCENERITORI del 14 MAGGIO 2016 ad organizzare uno spezzone cittadino contro la svendita della città, le nocività e per il diritto alla città.


La città di Firenze sta subendo trasformazioni sulle quali noi, cittadini ed abitanti di Firenze, non abbiamo alcuna voce in capitolo.
Non solo sulla cantierizzazione di intere aree di città per opere di dubbia utilità e realizzazione, ma anche e soprattutto l’eliminazione di servizi essenziali (presidi sanitari in centro, tagli e privatizzazione del trasporto pubblico…), sulla svendita di edifici ed aree pubbliche, sul degrado delle aree verdi… su tutto questo i comitati ed i collettivi in città sono sempre stati corpi vivi rispetto ad un’amministrazione interessata solamente a gestire bilanci di tagli al sociale e spartizioni d’appalti.
 
Ed è su un’opera incombente come quella del nuovo inceneritore di case passerini che il 14 maggio si dovrà esprimere tutta quella città viva che lotta contro la speculazione, la svendita della città e l’inquinamento selvaggio.
Solo un anno fa da Campi Bisenzio un corteo di oltre 10mila persone ha raggiungo il Palazzo della Regione Toscana in via di Novoli, per affermare che sulla salute non si specula.
Il 14 Maggio prossimo dallo stesso parco partirà un corteo organizzato dalle Mamme No Inc, dall’assemblea della piana contro le nocività e la rete Rifiuti Zero.

LINK ALL’EVENTO FB DELL’ASSEMBLEA
LINK MANIFESTAZIONE

Per quell’occasione vogliamo costruire un percorso cittadino contro l’inceneritore, ma anche contro la svendita della città, le grandi opere inutili e le nocività.

MERCATO CONTADINO E DELLE AUTOPRODUZIONI in Polveriera

ogni seconda domenica del mese nel chiostro della Polveriera (via santa reparata 12r firenze ) prende forma il mercato contadino e delle autoproduzioni artigianali.
PROGRAMMA
dalle 9 in poi vendita diretta di ortaggi, frutta, pane e focacce, olio, uova, miele, piante aromatiche, oli essenziali, idromiele, cinta senese e molti altri prodotti.
Ci sarà la possibilità di mettersi in contatto con il gas di quartiere Gas LoSpaccio.
Alle 11
Autogestione della salute: strategie per emanciparsi dalla trappola della medicalizzazione. Esperienze e situazioni a confronto. con Mondeggi Bene Comune e
officine naturali, il laboratorio autogestito del CSOA Forte Prenestino, Roma.
A seguire scambio di opuscoli e materiale informativo. Porta qualche fotocopia e una chiavetta usb.
ore 16
RODA DI CAPOEIRA del gruppo che si allena tutti i giovedi in LaPolveriera SpazioComune
ore 17
RIAPPROPRIAZIONE E AUTOGESTIONE CONTRO IL DESERTO URBANO
dibattito con Ilaria Agostini e Antonio Fiorentino, urbanisti di Per un’altra città, Mamme No Inceneritore, comitati di quartiere e realtà autogestite.
“Nei centri storici desertificati e nelle periferie, la riappropriazione di aree di proprietà pubblica, vuote o in dismissione, è garanzia di rigenerazione urbana e sociale, di inveramento di pratiche dal “basso” e di sperimentazione di autogoverno e autogestione del bene comune.
Fuori i beni comuni dal Mercato!
Riuso sociale delle aree dismesse e dei beni pubblici !
ore 19
GRAN BUFFET per l’aperitivo e ci accompagneranno le sonorità dei Puerto Sureño !!
https://www.youtube.com/watch?v=wv9ywDiuzuI
PRINCIPI DEL MERCATO CONTADINO
_Promuoviamo relazioni economiche eque incentrate sullo scambio, l’interazione, la fiducia e la trasparenza, contro le logiche capitaliste e di sfruttamento delle risorse.
_Promuoviamo la FILIERA CORTA e lo scambio di saperi. Pensiamo che sia un diritto poter portare il cibo nelle città al di fuori della filiera commerciale e della grande distribuzione. I prodotti biologici ma industriali NON hanno niente a che vedere con la salvaguardia della terra.
_I produttori e i trasformatori che partecipano al mercato in Polveriera praticano agricolture senza chimica di sintesi e senza l’uso di prodotti chimici industriali, e comunque limitando il più possibile l’utilizzo anche di quei prodotti permessi dai disciplinari del biologico ma che non salvaguardano la terra, le risorse ed esseri viventi.
_Ogni produttore espone sul banco la propria AUTOCERTIFICAZIONE che costituisce assunzione di responsabilità da parte del produttore rispetto alle caratteristiche di ciò che propone.
_Stiamo inoltre avviando il percorso per rendere operativo il sistema della GARANZIA PARTECIPATA, nel quale il produttore mette a disposizione il proprio campo, orto, azienda, cucina o laboratorio per visite aperte ad altri produttori e consum-attori.
_Difendiamo la libera trasformazione dei prodotti contadini e favoriamo l’abolizione di intermediazioni tra produttore e consumatore.
_Attraverso questo mercato riportiamo VITA in uno spazio abbandonato da anni in pieno centro a Firenze e chi vi partecipa è consapevole di star compiendo un’azione politica ben precisa.
Tutte le decisioni riguardanti il mercato vengono prese con metodo assembleare.
L’assemblea dei produttori è due settimane prima del mercato successivo. per informazioni scrivere a mercatopolveriera@gmail.com

 

Riappropriazione e autogestione contro il deserto urbano DOM 13

Nell’era della mercificazione globale, gli amministratori si arrendono al diktat neoliberista: “Il bene di tutti nelle mani di pochi”. E così città e territorio vengono usati per far cassa. Firenze è in saldo: il sindaco si traveste da piazzista per mercanteggiare e promuovere immobili pubblici e privati alle fiere della speculazione immobiliare.
La lista degli edifici in vendita si allunga di giorno in giorno, di delibera in delibera.
“Cassa Depositi Prestiti” compra e rivende agli amici del rottamatore, che ci speculano.
La Città metropolitana – ex Provincia – presieduta dallo stesso Nardella, mette all’incanto la sede della Questura e la caserma dei pompieri di via La Farina.
Il Demanio smette le caserme.
Le Ferrovie vendono la Leopolda e il “sindaco/mercante in fiera”, per l’occasione, cambia verso e si affretta ad acquistare l’edificio simbolo del renzismo galoppante.
La Regione Toscana non è da meno: Rossi si allinea e appende il cartello “Vendesi” su villa Fabbricotti, palazzo Bastogi, villa Basilewsky.
Nei centri storici desertificati e nelle periferie, la riappropriazione di aree di proprietà pubblica, vuote o in dismissione, è invece garanzia di rigenerazione urbana e sociale, di inveramento di pratiche dal “basso” e di sperimentazione di autogoverno e autogestione del bene comune.
Fuori i beni comuni dal Mercato!
Riuso sociale delle aree dismesse e dei beni pubblici !

La Polveriera e CSA nEXt Emerson

Di mano in mano: MERCATO DELL’USATO E DEL RICICLO

Il mercato dell’usato e del riciclo DI MANO IN MANO vuol essere, oltre che un momento di confronto sulla tematica del riutilizzo di oggetti, anche e soprattutto un’occasione per tutti coloro che si trovano in una situazione di difficoltà economica. 

https://www.facebook.com/events/1104674712876226/



COME PARTECIPARE:
– coloro che intendono montare un banco, possono recarsi in via Santa Reparata 12r presso il chiostro di Sant’Apollonia dalle 9:00 del mattino e continuare la vendita/scambio fino alle 22:00 (ora di chiusura del chiostro);
– al mercato non potranno partecipare commercianti;
– non ci sono limiti per quanto riguarda la grandezza del banco (di spazio ce n’è a sufficienza);
– i banchi dovranno essere ordinati, essendo un mercato aperto alla cittadinanza;
– l’organizzazione non potrà fornire materiale.
Poichè la ZTL sarà attiva, metteremo a disposizione un furgone che al varco della ZTL in Via Guelfa porterà il vostro materiale presso il chiostro.
PER ISCRIVERSI (ANCHE PER COLORO CHE HANNO GIA’ PARTECIPATO) E’ OBBLIGATORIO MANDARE UN MESSAGGIO PRIVATO AGLI ORGANIZZATORI CON NOME, COGNOME E NUMERO DI TELEFONO.

PROGRAMMA:

Ore 9:00 >>> Inizio mercato

Ore 17:30-19:30 >>> “Lezione d’Urbanistica in Polveriera: TAV a Firenze
Interverranno:
– Prof. Giorgio Pizziolo, docente di urbanistica (Università di Firenze)
– Prof. Alberto Ziparo, docente di urbanistica (Università di Firenze)
– Urbanista Budini Gattai, docente di urbanistica (Università di Firenze)
– Tiziano Cardosi, comitato No TAV Firenze

Ore 19:30 >>> Aperitivo poplare + concerto della SUNRISE JAZZ ORCHESTRA di Campi Bisenzio

Ore 22:00 >>> Fine mercato

TAV: Quali conseguenze per l’area metropolitana fiorentina? Lezione di urbanistica in Polveriera

Lezione di urbanistica sulle conseguenze della costruzione del sotto-attraversamento dell’Alta Velocità a Firenze. Lo scopo è quello di comprendere come la grande opera inutile si inserisca in una strategia d’azione più ampia e calata dall’alto, con disastrose ripercussioni sugli equilibri territoriali esistenti.
Inoltre verranno esposte soluzioni alternative di mobilità, con l’intento di dimostrare la necessità di un approccio a misura d’uomo e più sostenibile per l’area metropolitana.
Interverranno:
– Tiziano Cardosi, membro del Comitato NO TAV Firenze
– Roberto Budini Gattai, gruppo urbanistica del Laboratorio politico perUnaltracittà.
– Giorgio Pizziolo, gruppo urbanistica del Laboratorio politico perUnaltracittà.
– Alberto Ziparo, docente di pianificazione dei trasporti e delle infrastrutture presso l’Università di Firenze, Facoltà di Architettura

al termine dell’incontro ci saranno l’aperitivo di autofinanziamento a cura della Polveriera e musica dal vivo con la Sunrise Jazz Orchestra

evento e programma su fb QUI

Aeroporto e inceneritore: le conseguenze per l’area fiorentina – Lezione di urbanistica in Polveriera 5/12

Lezione di urbanistica sulle conseguenze della costruzione di aeroporto ed inceneritore nell’area metropolitana fiorentina, sia a scala locale che territoriale.
Lo scopo è quello di comprendere come ciascun intervento puntuale si inserisca in una strategia d’azione più ampia calata dall’alto, con il conseguente stravolgimento degli equilibri territoriali esistenti.

Interverranno:
– Giorgio Pizziolo, docente di urbanistica presso l’Università di Firenze, Facoltà di Architettura
– Ilaria Agostini, docente di urbanistica presso l’Università di Bologna, Facoltà di Architettura
– Daniele Vannetiello, docente di urbanistica presso l’Università di Bologna, Facoltà di Architettura

PROGRAMMA
Lezione d’urbanistica e dibattito >> ore 17:30
Aperitivo >> ore 19:00
A seguire >> un po’ di musica, chiacchiere e relax

Evento FB QUI

da Repubblica – Firenze cronaca 31/10/2015

“Qui c’è il cenacolo di Andrea del Castagno, qui c’è la chiesa restaurata e opportunamente trasformata in un comodissimo auditorium: ma sempre qui, se varchi la soglia del Chiostro della Badessa, precipiti all’istante in quel che sembra il centro di Palermo di qualche anno fa o quello di Cosenza Vecchia oggi. Si tratta di uno dei chiostri più grandi di Firenze: chiuso sui tre lati da un colonnato in ordine ionico, di pieno quattrocento e di rara eleganza. Un paradiso trasformato in inferno. Lasciamo perdere l’oscena quinta di cemento su via santa Reparata, degradatasi a velocità superiore a quella dell’architettura rinascimentale cui si appoggia. Quello che potrebbe essere un mirabile giardino o un orto urbano è un acquitrinio pieno di detriti ed escrementi. Alle testate del portico quattrocentesco si accumulano rifiuti ingombranti, vicini ai motori degli impianti di condizionamento, deturpantissimi. E poi le scritte: non solo quelle in greco del Sessantotto (ma anche quelle, magari dopo averle fotografate, vanno tolte: siamo seri!), ma una miriade di altre, fino ad alcune recentissime, proprio sotto quel che rimane degli affreschi tardo-barocchi. Di chi è la colpa? Non del Diritto allo Studio: che si è già dissanguato per rimettere a posto un complesso che utilizza solo in parte. Il fatto è che il Chiostro è caduto nel buco nero burocratico del passaggio tra il demanio e la regione e nell’attesa che qualcuno sbrogli la matassa della maledetta proprietà, il degrado si fa sempre più grave, vicino all’irreversibilità. E come spesso accade, il silenzio della soprintendente Marino è assordante: davvero la soprintendenza non ha nulla da dire, e nessuno da richiamare, di fronte all’agonia di questo straordinario monumento?
Qualcuno opinerà che è colpa degli studenti, che hanno occupato un’aula o due del primo piano, e che hanno chiesto e ottenuto (ed è stato un errore concederlo in queste condizioni) che il chiostro rimanga aperto fino a mezzanotte. Credo che sia giusto, anzi sacrosanto, che gli spazi monumentali del centro di Firenze ospitino la vita quotidiana dei fiorentini, a cominciare proprio dagli studenti. Anzi: queste presenze sono l’ultimo dettaglio che ci distingue da un parco a tema popolato di figuranti. Ma il prezzo non può essere l’abbandono totale: lasciare andare in malora quel chiostro “perché è degli studenti” significa associare il bene comune al degrado, la democrazia allo sporco, l’uguaglianza alla mancanza di bellezza. E per di più avviare una spirale di degrado che vanifica qualunque sforzo di crescita civica e culturale che quegli studenti possano fare nelle loro aule: perché, parafrasando Nanni Moretti, chi vive in un posto brutto, diventa brutto. E qui, però, è la giunta di Dario Nardella che deve farsi un esame di coscienza: un’amministrazione che vende ai privati palazzi e giardini pubblici che cosa offre ai ragazzi, che hanno bisogno di spazio pubblico come del pane? Alberghi di lusso e ristoranti stellati? È questo il vero dramma di Firenze: di fronte al quale impallidiscono le pedanti e marginali indicazione dell’Unesco. A pochi metri da Sant’Apollonia, il grande scheletro di Sant’Orsola ci ricorda che la rovina materiale è solo la conseguenza della mancanza di un progetto politico, di una idea di città.”

(Tomaso Montanari, su Repubblica – Firenze cronaca del 31/10/2015)

Presentazione di DIARIO DI ZONA di Luigi Chiarella (Giovedì 25 Giugno)

Giovedì 25 Giugno la polveriera ospiterà la presentazione di DIARIO DI ZONA (edizioni Alegre) con l’autore Luigi Chiarella (in arte Yamunin).
a partire dall ore 20:00 apericena
ore 21:15 inizio presentazione
Luigi Chiarella(Catanzaro 1976) attore e drammaturgo, lavora in teatro dal 1998. Tra un impegno teatrale e l’altro ha lavorato anche come postino, venditore, magazziniere, libraio, operaio. Cura il blog “yamunin”. In rete lo trovate all’indirizzo https://twitter.com/yamunin
La recensione di Diario di zona uscita su L’Indice dal titolo: «Precariato in Wonderland» (ripresa da http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=20923 )
di Franco Pezzini
Che il cielo della letteratura sia solcato dagli UNO (Unidentified Narrative Objects , come li definiscono con ironia da laboratorio i Wu Ming) non rappresenta in sé un fatto nuovo. A prescindere da ogni meticciato tra generi (frutto essi stessi, lo sappiamo, di etichette di comodo) è da sempre che testi di imbarazzante collocazione formale ampliano i confini del letterario: inchieste o memoriali che diventano romanzi, saggi brevi modellati in novelle, e così via. Ciò che piuttosto pare nuovo è il tipo di attenzione a questi oggetti alieni e al dato stesso di un’irriducibilità agli schemi, spesso in rapporto con forme di resistenza etica e politica. E non stupisce che ora gli UNO assurgano a oggetto specifico di una nuova collana, “Quinto Tipo” (di incontri ravvicinati, a continuare ironicamente la metafora ufologica) diretta da Wu Ming 1 per le romane Edizioni Alegre.
Che già in passato, va detto, ne avevano offerto esempi significativi: uno tra tutti quell’ Amianto. Una storia operaia di Alberto Prunetti riproposto da Alegre nel 2014 in versione arricchita (prefazione di Valerio Evangelisti, postfazione di Wu Ming 1 e Girolamo De Michele, pagg. 192, euro 14,00) dopo la prima edizione per Agenzia X, 2012 (cfr. “L’indice”, 2013, n. 2). Un grande libro che salda con incredibile equilibrio (vivacità, commozione, ironia) la memoria personale e familiare, l’inchiesta sul lavoro, la saga operaia e il romanzo (quasi) picaresco, restituendo voce a un intero popolo di lavoratori dell’acciaio in un’Italia che affastella leggi sull’Ilva e pratiche sui morti d’amianto. Per importanza civile, qualità e onestà di narrazione, Una storia operaia di Prunetti è sicuramente uno dei grandi libri italiani degli ultimi anni.
I temi del lavoro e della denuncia sociale sposati a una convincente cifra narrativa riemergono ora nel primo titolo di “Quinto tipo”, Diario di zona di Luigi Chiarella in arte Yamunin (2014, pagg. 319, euro 16). L’epoca sono i primi anni Dieci: Chiarella, uomo di teatro, calabrese da anni immigrato in una Torino che sta imparando a conoscere (nel bene e nel male), si trova all’improvviso senza lavoro. Inizia così, nell’impennare dell’ansia, una raffica di vani tentativi di collocarsi e, dopo molto peregrinare, l’uomo deve infine accettare un impiego precario da letturista dei contatori dell’acqua. L’esperienza è all’inizio traumatica: suonando i campanelli riscontra (come temeva, ma non a tal punto) più sospettosa ostilità che collaborazione, e tutto un codazzo di reazioni sociali frutto in parte della “nuova” crisi, in parte legati a problemi più antichi, specifici o meno di Torino.
Di fronte a un lavoro quotidiano che impatta su di lui in modo tanto pesante, Chiarella reagisce però con gli strumenti che gli sono propri: e inizia a raccontare sul blogSatyrikon le avventure delle proprie giornate in una Wonderland urbana tra pulsantiere e cantine, androni e pozzetti. Riproducendo dialoghi, ricostruendo situazioni, rievocando sensazioni e sentimenti degli interlocutori e naturalmente propri: dove lo stile del resoconto risente certo della sua vocazione teatrale (scambi verbali straordinari, un’attenzione vivida alla mimica e al senso complessivo della scena, grande fluidità negli stacchi da un incontro all’altro) ma con l’assoluta autenticità di un’esperienza umana.
Tale materiale è oggi riproposto, coordinato e rivisto, nel volume per Alegre: qualcosa che non rappresenta semplicemente un’ibridazione sperimentale di generi narrativi, ma quel tipo di esplosione di forme note che genera energia narrativa. Chiarella offre così un testo che è insieme memoria dal ventre buio del lavoro in Italia (tanto spesso sfruttato, avvilente, deumanizzante) e inchiesta sociale sulla vita dietro i muri dei palazzi, occhieggianti di una popolazione in sindrome da assedio; che è album fotografico (per l’intensità delle inquadrature in cui ferma bozzetti, istanti di vita urbana, emozioni e moti di viscere) e impagabile studio linguistico, con tanto di rese grafiche della Babele di idiomi neppure più semplicemente riconducibili a varianti dialettali. Che è, ancora, un’incredibile mappa di una città ignota ai suoi abitanti, in obliquo rispecchiarsi in altre infinite città invisibili di tutta Italia (il lettore subalpino può avvicinarla insomma con lo stesso sapore di perturbante che avvertono i non-torinesi); una mappa che lascia anzi decifrare (come, qualcuno fantastica, quella di Piri Reis) i profili di terre nascosti dai ghiacci del quotidiano. E attraverso tutti questi motivi ma insieme per il suo respiro e intensità, Diario di zona finisce col rappresentare anche un grande romanzo urbano.
Dove troviamo di tutto. Dall’incontro inatteso con la nipote di Che Guevara alla memoria di Salgari, dal meteorite custodito come un Palladio nel ventre di una collina sul Po agli scambi di battute con un vecchio mafioso, dalle battaglie ideali su scuola pubblica e no-Tav allo strapotere cittadino di una squadra di calcio legata (guarda caso) a una grande azienda automobilistica. Chiarella lavora sodo ma intanto ascolta, parla, assembla un memoriale che contro ogni pregiudizio (che sarà mai, la vita di un letturista) incalza invece il lettore pagina dopo pagina.
Muovendosi in bicicletta, con un libro per i tempi morti e un’ideale e ricchissima colonna sonora nella testa e nella voce (dove letture e musica costituiscono un vero e proprio contrappunto alle avventure quotidiane) Chiarella costruisce così il resoconto di un’esplorazione nel profondo di quei visceri spaziali e sociali che tanto rivelano di una comunità. Scopre una città dalle porte sempre più chiuse (sospetto, ostilità, tanta paura), ma anche improvvise resistenze di calore umano, specie dei più anziani; scopre miopie e memorie, a volte intenerite o straziate, mentre latita la speranza; scopre rabbie covate, a volte grette di razzismo più o meno esplicito, ma altrove mosse da indignazioni più alte. Ci sono i ricchi, certo, magari arroccati in vere e proprie case-fortezze; ma soprattutto sacche diversificate e diffuse di povertà (economica, culturale, affettiva) tra edifici nati male o male conservati, caseggiati in semi abbandono, aree lasciate a se stesse. A mappare a quel punto una diversa toponomastica, Chiarella prende però ad annotare i nomi dei partigiani caduti disseminati sulle lapidi lungo le strade: ricordi che riportano ai fondamenti di qualche vita civile, contro ogni vieta retorica o strumentalizzazione.


Diario di zona , dunque, perché “zone” sono le porzioni numerate della città battute dai letturisti; ma il termine richiama anche, in senso meno tecnico, brandelli di un corpo urbano senza riferimento a un centro. È infatti periferia dove vedi le cose da un punto di vista marginale rispetto alla città in bella mostra, quella dei lustrini e dei manifesti arguti coi giochi di parole, delle iniziative-vetrina e dei grattacieli puntati tra amministrazioni e banche. È periferia la stragrande maggioranza della città, e persino il centro colto da certe angolature, come sottoterra, negli infernotti o comunque “da sotto”, in tutti i sensi possibili. Grattando appunto sotto la superficie, scavando sotto l’immagine di figura e in qualche modo farlocca (non foss’altro per lo scarto percentuale tra chi la incarna e il resto della popolazione) Chiarella riflette e fa riflettere tra rabbia, commozione e ironia sulle urgenze di una convivenza (presunta) civile. E dal suo punto di vista periferico (il lavoro precario, faticoso e avvilente, destinato oltretutto a un’amara e grottesca conclusione) consegna un romanzo che va ben oltre il semplice cahier de doléances o uno specifico torinese, e meriterebbe un attento ascolto.

6° MERCATO CONTADINO E ARTIGIANO in Sant’Apollonia (Domenica 14 Giugno)

_Promuoviamo relazioni economiche eque incentrate sullo scambio, l’interazione, la fiducia e la trasparenza, contro le logiche capitaliste e di sfruttamento delle risorse.
_Promuoviamo la FILIERA CORTA e lo scambio di saperi. Pensiamo che sia un diritto poter portare il cibo nelle città al di fuori della filiera commerciale e della grande distribuzione. I prodotti biologici ma industriali NON hanno niente a che vedere con la salvaguardia della terra.
_I produttori e i trasformatori che partecipano al mercato in Polveriera praticano agricolture senza chimica di sintesi e senza l’uso di prodotti chimici industriali, e comunque limitando il più possibile l’utilizzo anche di quei prodotti permessi dai disciplinari del biologico ma che non salvaguardano la terra, le risorse ed esseri viventi.
_Ogni produttore espone sul banco la propria AUTOCERTIFICAZIONE che costituisce assunzione di responsabilità da parte del produttore rispetto alle caratteristiche di ciò che propone.
_Stiamo inoltre avviando il percorso per rendere operativo il sistema della GARANZIA PARTECIPATA, nel quale il produttore mette a disposizione il proprio campo, orto, azienda, cucina o laboratorio per visite aperte ad altri produttori e consum-attori.
_Difendiamo la libera trasformazione dei prodotti contadini e favoriamo l’abolizione di intermediazioni tra produttore e consumatore.
_Attraverso questo mercato riportiamo VITA in uno spazio abbandonato da anni in pieno centro a Firenze e chi vi partecipa è consapevole di star compiendo un’azione politica ben precisa.
Tutte le decisioni riguardanti il mercato vengono prese con metodo assembleare. L’assemblea dei produttori è due settimane prima del mercato successivo.
PROGRAMMA:
Dalle 10 alle 22 il chiostro brulicherà.
Sui banchi erbette di campo, frutta e verdura, formaggi di capra e pecora, miele, prodotti di erboristeria, vino e pane di grani antichi, artigianato naturale e tanto altro.
Cucine di strada vi sfameranno a pranzo e a cena e alle 19 aperitivo!
Ci saranno laboratori per bambini e adulti, esposizione di artisti e concerti.
Nel pomeriggio suoneranno I RAGAZZI DEL CORO DI CANZONI DI LOTTA, dalle 18 gli O’BRIAN BOMBERS