Sabato 25 Giugno, una giornata importante.
Per Mondeggi si compiono 2 anni di occupazione, vogliamo perciò portare tutta la nostra solidarietà a chi lotta per la riappropriazione di un bene pubblico così importante e la contrarietà al progetto di svendità.
Saremo quindi alle 9 davanti al Comune di Bagno a Ripoli a manifestare il sostegno al progetto di autogestione delle terre e del presidio contadino di Mondeggi.
Alle 15 invece INVITIAMO TUTTE E TUTTI ai tavoli tematici
“Territori in resistenza. Costruire alternative reali intrecciando relazioni e pratiche di movimento” (parte I)
“Cucine popolari autogestite”
che proseguiranno poi il giorno dopo.
Su quest’ultimi vorremmo spendere due parole e condividere un ragionamento, al fine di arrivare al dibattito con maggiore chiarezza.
Negli ultimi 2 anni Mondeggi e la Polveriera hanno avuto una relazione stretta, fatta di gesti di solidarietà e reciproco appoggio. Condividiamo innanzitutto la convinzione che, con il mutuo soccorso fra persone e collettività, si possa qui ed oggi praticare alternative virtuose al sistema. Nel farlo però, ci scontriamo ogni giorno con un sistema sociale ed economico sempre più vorace di risorse e sempre più prepotente nell’imporre le proprie – infauste- decisioni.
Sabato al tavolo sui
Territori in resistenza e quello sullecucine popolari autogestite vogliamo affrontare il tema proposto poche settimane fa durante il Festival delle Cucine popolari di Bologna: c
ome si possono portare avanti questi obiettivi ponendoci il tema dell’impegno e del tempo che i singoli dedicano a questa pratica?
Come, chi resiste alla svendita di un bene autogestendolo, chi produce senza sfruttamento del lavoro salariato e della terra, chi lotta ogni giorno per un altro mondo, può rafforzare il senso della sua azione e diminuirne il costo, il peso?
La domanda vuole puntare dritta al punto sempre più stringente, come stringente si fa la morsa della crisi permanente del capitale, dell’incociliabilità di pratiche anticapitaliste dentro un sistema di mercato capitalista. Sembra puntare al cielo, ma è guardandoci intorno che ne cogliamo la risposta: Firenze è oggi una città investita dall’aggressione neoliberista del nuovo ciclo renziano fin nelle sue più profonde radici: dalle sorgenti d’acqua, passando per le campagne e le periferie, fino al suo centro storico, un’intera filiera di conflitti si intersecano con la catena alimentare che porta i prodotti della terra e del lavoro nelle pentole dentro le quali si nutrono la maggior parte delle lotte che portiamo avanti.
Una filiera di lotte che unite possono dare nuova propulsione ad ognuna di esse, aumentando gli scambi fra realtà autogestite senza l’uso della moneta-debito capitalista, ma basandosi su altri codici e equivalenze: quelli della solidarietà, dell’uguaglianza, della condivisione e del dono.
Intrecciare queste filiere, dare risposte ai bisogni delle persone rafforzando i legami collettivi, spaziali ed ideali, ci permettono oggi di immaginare un domani fuori dalle leggi del mercato.
Non che questa strada sia semplice, ma facendo nostre le riflessioni proposte dalla Rete Eat the Ric, Genuino Clandestino e Mondeggi, proponiamo di avviare una seria riflessione sulle problematiche e sulle prospettive che le esperienze di autogestione più avanzate ci danno.