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re.SET Firenze – Venerdì 1 Febbraio – Presentazione della Rete S.E.T. Firenze

Venerdì 1 febbraio, ore 18

Se vivi a Firenze certo sei abituato a convivere con schiere di visitatori intruppati, a camminare attraverso migliaia di loro foto, essere una comparsa nel loro parco giochi, almeno finché svoltando un angolo finalmente puoi tirare fiato e sentirti a casa. Una casa, però, sotto sfratto: dove cammini intimorito che una formichina di trip advisor possa definire il tuo quartiere “cool” e tutto vaporizzi in una nuvola di barettini così autentici che non sai più dove comprare l’insalata.
Se vivi nelle vicinanze di Firenze sarai invece abituato a convivere con grandi opere che tanto impattano sul territorio e che ancora non sono sufficienti, ne servono nuove e più grandi per far atterrare più aerei, bruciare l’enorme quantità di rifiuti prodotti, far spostare treni e bus velocemente ed ininterrottamente di città in città.
Infine, se vivi nelle campagne vicino Firenze sarai abituato ai casolari e ai campi che velocemente da abbandonati si trasformano in lussuosi agriturismi con piscina o, a campagne dormitorio per pochi fortunati col portafoglio pieno e il suv ingombrante.

Pare che Firenze sia sempre stata così ed in effetti la stessa parola turismo nasce proprio qui, all’epoca del grand tour. Certo, ultimamente di tipiche figure con la guida in mano e lo sguardo trasognato se ne vedon poche, ultimamente si viene a Firenze per farsi un selfie dal piazzale, una serata all’hard rock cafè, un aperitivo in Oltrarno e forse un concertone alle Cascine. La città museo s’è fatta città vetrina.
A forza di dover compiacere il gusto dei visitatori, è diventata una messa in scena di se stessa. E di fatto è questo che caratterizza il fenomeno della turistificazione, il rendere un luogo disabitato di quei beni collettivi che si pretende “valorizzare” svendendoli e sottraendoli agli abitanti, vecchi e nuovi del territorio.

Chiaramente l’attenzione al patrimonio storico-culturale deve convivere con la necessità di restare meta ambita nella metropoli globale, tanto più in periodi di crisi. Diciamo che con i venti che tirano e le casse vuote a rivalorizzare tutto ciò che di meglio abbiamo ci pensano direttamente gli investitori stranieri, in cambio la generazione più istruita della storia di questa città potrà avere qualche posto nella servitù.

Si continua quindi a svendere la città per vivere poi in un parco a tema di cui si può essere consumatori o ingranaggi. Anche la sharing economy, con airbnb annessi e connessi, ha messo qualche soldino in tasche fortunate, ma poi restano solo le briciole.

È lampante che a veder migliorare la propria vita non siano gli ex abitanti dei quartieri, né l’esercito di precari che dalle periferie ogni giorno tiene in piedi una scenetta bisognosa di apparire città. E allora per chi viene fatto tutto questo?
Se la crisi svuota le tasche rende anche più interessante mettere al sicuro i soldi nelle solide pietre della toscana, sempre più meta e oste di frotte di turisti, neo pellegrini della globalizzazione consumistica. Peccato che ai nostri giorni il soldino risparmiato abbia la forma di colossi finanziari che piombano sul territorio cambiandone il volto. Chi investe lo fa per portare a casa un risultato, il contorno è quello che quel risultato deve produrre.

Che sia un destino ineluttabile sta scritto solo nei libri magici di chi da questo fa soldi facili, ciò che conosciamo è la ricchezza storica e sociale che, per fortuna, ci circonda e che certo è umiliata nel diventare una miniera a cielo aperto.

Decidere cosa diventare è quindi una scelta politica, per questo nasce un gruppo a Firenze che si lega con molte altre città attorno al Mediterraneo nel tentativo di affrontare la turistificazione: Rete SET, South Europe facinig Touristification. Un luogo di incontro per chi lotta contro questi fenomeni, che invita ad unire tutte le soggettività possibili nell’impegno di costruire e costituire una possibilità al di fuori del binario opprimente che attanaglia le nostre quotidianità.Le città italiane che attualmente aderiscono a SET Italia sono: Bergamo, Bologna, Firenze, Genova, Napoli, Rimini, Roma, Venezia.

Venerdì 1 febbraio, ore 18, presso La Polveriera Spazio Comune in via di Santa Reparata 12r verrà presentato il progetto di rete SET in Europa e il neonato nucleo fiorentino, per raccontare come ci si sta muovendo per studiare e affrontare un fenomeno tanto vasto e impattante.
Sarà occasione per presentare l’incontro nazionale della rete a cui il gruppo sta lavorando. Evento che si terrà proprio a Firenze nei primi tre giorni di marzo e darà l’opportunità di condividere con altre realtà analisi e pratiche ma anche di mostrare alla città stessa la fabbrica che è divenuta e i nuovi padroni a cui chiedere conto.

My Ass has No Borders – NO BORDERS Firenze

Nell’Italia del decreto sicurezza essere senza documenti per la propria condizione di migranti è sempre più difficile. Misure come la chiusura del sistema Sprar o la cancellazione dei permessi di soggiorno per motivi umanitari puntano a rendere estremamente ricattabile un’enorme massa di persone. A Firenze, mentre l’amministrazione democratica si schiera a parole contro l’operato di Salvini, un’ordinanza in vigore da Novembre impedisce a chi abita in strutture di accoglienza di stare fuori oltre le ore 8, impedendendo così momenti di socialità e crescita personale, senza che nessuno dei poteri cittadini muova un dito per contrastarla.

Per una giornata i nostri culi si scrolleranno di dosso razzismo ed oppressione per far spazio alla libera circolazione di arte, cibo ed esperienze. Invitiamo coloro che si sentono oppressi o solidali e tutti coloro che cercano un posto dove poter rappare, raccontare le proprie storie ed essere se stessi , alla giornata che si svolgerà in Polveriera il 27 gennaio.
Dalle 13:00:
> pranzo africano
> open mic ( si consiglia di portare le proprie basi in pennina USB )
> djembe session
> dancehall
> jam session

PER RISCOPRIRE IL CARATTERE SOVVERSIVO DELLA FESTA
PER RIBADIRE CHE L’UNICA VERA FESTA E’ LA SOVVERSIONE

Il collettivo NoBorders Firenze si batte per creare spazi e momenti di condivisione liberi in un contesto dove le frontiere vengono erette non solo come limite geografico, ma anche nella vita quotidiana per creare divisione e paura. Per distruggere tutti i confini, e tutti i pregiudizi.

Assemblea contro gli sgomberi (giovedì 16)

Un mese fa ci siamo riuniti per fare fronte alla minaccia di sgombero calata sugli spazi autogestiti della Polveriera Spazio Comune.
È stata un’occasione importante e sicuramente emozionante trovarsi così tanti, singoli e collettivi, uniti e pronti ad agire per una resistenza comune.
Oggi ancora più di allora si delinea un quadro tetro per l’intera città. Da ora tutti gli spazi liberati di Firenze si trovano sotto sgombero; sono minacciati i centri sociali, nostre possibilità di aggregazione e realizzazione di vite alternative nella plasticosa città usa e getta di Nardella e della turistificazione. Sono minacciati gli spazi di agricoltura contadina come le palestre popolari. Sono centinaia le persone che abitano in occupazione e rischiano di trovarsi in strada a causa delle politiche oppressive che ci vedono tutti come nemici.

Tutti e tutte noi sappiamo sotto quanti fronti le nostre vite sono aggredite dalle pratiche predatorie del neoliberismo e ora più che mai da un’ideologia di stato che vuole cancellare ogni forma di diversità. Sappiamo che ogni forma di oppressione è una ferita per tutti, che su ogni fronte di attacco c’è chi lotta e resiste. Sappiamo anche che in questo siamo parte della stessa lotta, della stessa resistenza alla barbarie di intolleranza e fascismo che vuole vederci rinchiusi in vite grigie per uno stupido gioco di ignoranza e potere.
Davanti alle minacce che colpiscono gli spazi autogestiti, i migranti, le donne, i lavoratori, le nostre stesse piazze e la nostra quotidianità non vediamo altra via che ritrovare nell’atomizzazione delle lotte quel fronte unitario che ci vede ogni giorno difendere valori e pratiche comuni.
Non si tratta di sovrapposizioni o macchinose organizzazioni ma di ricucire quella rete smagliata da anni di arretramenti e defezioni ma anche arricchita in esperienze e nuovi soggetti conflittuali.

Ritrovarsi, dunque, per dare forza ad ogni lotta, costruire un percorso comune che partendo dalla necessità di azione possa costruire una prassi condivisa, che garantisca autonomia nell’agire e unità d’intenti.
Come farlo è ciò che ci porta nuovamente a riunirci questo giovedì 17.
Si è parlato di valorizzare ciò che già esiste, portarlo per la città, farci sentire e farci vedere. Si è parlato di trovare un linguaggio che possa mostrare questa unità, di come comunicarla, di come realizzarla in momenti focali. Ora questo percorso deve realmente assumere il ruolo che si è proposto di seguire, essere realmente luogo di incontro e di autorganizzazione, il nemico è alle porte e nessuno può rimanere solo.

Per questo invitiamo nuovamente questo giovedì 17 alle ore 19 tutti e tutte a ritrovarci presso la Polveriera per costruire insieme la resistenza di Firenze all’assalto repressivo e securitario che investe le nostre vite.

Contro ogni delega, contro ogni autorità
In difesa della Polveriera
In difesa di ogni autogestione