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CONTRO OGNI FRONTIERA – NoBorders Firenze – 19/01/2017

Giovedì 19 Gennaio in Polveriera
Ore 18 – Dibattito con compagni e compagne da Ventimiglia sulla situazione attuale al confine franco-italiano e più in generale sul tema delle deportazioni e seconda accoglienza.
Proiezione di un documentario su Ventimiglia.
Banchino con materiale informativo.
Ore 20 – Apericena con cibo molto buono e birrette a prezzi superpopolari.
Ore 21 – concerto con i CAUSA ska punk

IL RUMORE DEI SEGNI

Fra i muri della Polveriera, occupata da ormai 2 anni e mezzo, si sono avvicendate iniziative, storie e progetti, ma stavolta è di quello che avviene sui muri che vogliamo parlare! 
Alle Oblate infatti dal 29 novembre fino al 31 dicembre è stata allestita una mostra curata dal Centro studi politico sociale Archivio storico Sessantotto ed alla quale ci siamo interessati fin dalla sua fase progettuale.
I muri rappresenteranno uno spazio di espressione del conflitto sociale e dentro la Polveriera abbiamo potuto approfondire l’argomento in più occasioni, su tutte con “Dans le mur” – iniziativa contro la repressione della libertà d’espressione – e le edizioni di “Wall Skin” ed “Inchiostri Ribelli”.

Ma anche solo passando dal cancello del Chiostro, salendo le scale e poi entrando negli spazi liberati, quotidianamente il dinamismo di questo conflitto è evidente: nuove scritte, nuovi manifesti, nuovi pezzi appaiono e scompaiono, attivando nei nostri cervelli pensieri diversi. 

In occasione della mostra – che ricordiamo sarà allestita fino al 31 Dicembre – abbiamo voluto prenderci una serata di svago e dibattito per domandarci quando e se questi pezzi siano definibili opere d’arte. Chi ne è proprietario, e quindi chi è legittimato a giudicarli, se ipotesi di arte pubblica sono legate a gesti punk come la tag o la scritta vergata con rabbia. Come si mescolano rabbia sociale, disagio metropolitano ed arte? Siamo convinti che non esistano risposte univoche ma che solo dalla pratica e dal dibattito su questi temi si possano descrivere la storia del graffitismo in Italia ed in Europa. E poi il fumetto politico e le autoproduzioni, perchè punto clou della mostra è anche quello del legame e dell’evoluzione di queste forme d’espressione strettamente correlate agli inchiostri sui muri delle città. 
Una serata all’insegna degli inchiostri ribelli, con l’Archivio del 68, il MEP, i compagni e le compagne di Inchiostri Ribelli e tante e tanti altri appassionati!
– Articolo sul sito DEApress e su GoldWorld.
Evento Facebook.

PS: per l’occasione la selezione musicale dopo il dibattito, durante la cena, sarà curata dalla neonata Radio Wombat! -> qui il sito con diretta streaming h24 e podcast dei programmi. Stay tuned!

Le ragioni del NO. Incontro con Luca Benci. Giovedì 30

Giovedì 30 ore 17,30 incontro con Luca Benci (giurista, autore di “In otto punti le ragioni del NO al referendum costituzionale” perUnaltracittà) che ci illustrerà i motivi del NO, entrando nel merito della riforma costituzionale.
Una tavola rotonda volta a fugare dubbi e perplessità, presso gli spazi autogestiti della Polveriera.

Alla fine del dibattito aperitivo con DJ set a cura di MACHINE FUNK

Proiezione “Cielito Rebelde – Voci dal Messico resistente” Venerdì 19 Novembre

“Un viaggio nel Messico che resiste al neoliberismo. Voci da una terra in cui non ci si rassegna, dove immaginare un mondo che include altri mondi non è un semplice slogan ma una reale e costante pratica quotidiana”
Venerdì 19 Novembre in Polveriera:
• ore 17,30: Proiezione e presentazione di “CIELITO REBELDE Voci dal Messico Resistente” 
• dalle ore 20 aperitivo&musica a cura del Collettivo Ska Galileo

Ci sono tanti modi per dire NO!

Per capire che tipo di NO vogliamo affermare il 4 Dicembre riteniamo di dover fare una premessa prospettica, così da capire perché questa contro-riforma sia così pericolosa.
Senza dare uno sguardo alla lunga parabola discendente della partecipazione popolare alla politica in questo paese, non si può ben inquadrare l’evoluzione della democrazia parlamentare italiana in un’oligarchia, che intende le elezioni come mero passaggio di investitura di un Governo.
Il malaffare diffuso nello Stato – dal livello locale al nazionale – amministrato da una classe sociale composta da politici, amministratori, affaristi ed imprenditori ha alimentato un sentimento “anti-casta” che ha sempre più allontanato i cittadini dalla cosa pubblica.
Ovviamente questa tendenza fa gioco alla nuova governance europea, che al posto della politica preferisce il dato statistico e la soluzione tecnica, che nascondono in verità l’imposizione dall’alto di scelte guidate da interessi di classe ben evidenti.
E così l’austerità ed i sacrifici sono passati anno dopo anno, pareggio di bilancio dopo spending review, come soluzioni incontestabili, nel vero senso della parola: chiunque abbia provato a contestare, sia questo licenziato, esodato, studente, cassintegrato, terremotato… è stato represso con la forza poliziesca.
Perchè questa premessa? Perchè questa riforma si iscrive nella tendenza europea di esproprio della democrazia e di demolizione di ogni corpo intermedio di partecipazione.
Per questo riteniamo importante fermare questo disegno contro la democrazia, per arginare una volontà autoritaria che aleggia in tutta Europa, non nuova ma nettamente accelerata con l’aggravarsi della crisi.
Sul Referendum in sé cosa possiamo dire se non che la sua importanza come istituto di democrazia diretta ce la insegnano le lotte politiche che hanno cambiato la faccia di questo paese nei decenni passati? Dai referendum come quello sul divorzio (’74) o sull’interruzione di gravidanza (’81), passando per quelli contro le modifiche costituzionali del governo Berlusconi nel 2006 o per il diritto all’acqua pubblica nel 2011.
Passaggi come questo mettono nero su bianco quelli che sono i rapporti di potere di uno Stato. E, ad oggi, questi sono decisamente sfavorevoli alla maggioranza della classe lavoratrice!
Allora il paese proveniva da cicli di lotte partecipati e determinati, che hanno, col Referendum, fissato delle conquiste sul piano legislativo.
Quello di oggi tratta di un passaggio paragonabile all’approvazione del Jobs Act, che non ha certo innovato il mercato del lavoro, ma ne ha fissato anzi le regole affermatisi con anni di delocalizzazioni, accordi sindacali al ribasso, deregolamentazione, assenza di controlli ed appalti selvaggi. Ciò che ha portato il Jobs Act altro non è che l’impossibilità per i lavoratori vittima di abusi di appellarsi al potere giudiziario.
Ma l’importanza politica di questo referendum è Renzi stesso ad avercelo dimostrato: il calo della fiducia popolare nella classe dirigente ha rivolto l’aut aut di Renzi (“o passa la riforma o mi ritiro”) contro sé stesso, costringendolo alla retromarcia, così oggi si rimangia la promessa.
Ma noi… cavalchiamo l’onda! Sia per un successo del NO alle urne ma soprattutto affinché questo rifiuto sia qualcosa di più, affinché sia un NO costituente!
Come dicevamo sopra questa riforma disegna un impianto istituzionale funzionale alla nuova governance della crisi, una crisi configuratasi oramai come stasi, in quanto dopo anni di neutralizzazione della politica e di assoggettamento della società tramite il giogo del debito, una nuova fase va aprendosi.
Il potere in questa nuova fase si sta armando di tutti i mezzi necessari per portare avanti le politiche di lacrime e sangue, noi dobbiamo organizzarci come soggettività sociale ampia, che comprenda tutti coloro i quali di queste politiche sono stati vittime, una soggettività che dicendo NO affermi i propri valori dal basso.
E allora se ne abbiamo abbastanza di Renzi e del PD, con questo Referendum vogliamo imporre che almeno una delle promesse del Presidente del Consiglio venga mantenuta: CON LA VITTORIA DEL NO, DOVRA’ DIMETTERSI!
Ci sono tanti modi di dire NO: il nostro non sarà un NO per la conservazione -come avviene per molti “agitatori” di forza italia o anche peggio, presenti troppo spesso in tv, ma in realtà interessati solo a sostituire Renzi- è anzi certamente vero che la vera conservazione è rappresentata da questa riforma voluta da una classe dirigente che tenta di tenersi stretta il potere con le unghie e con i denti, con mezzi legali ed illegali.
IL NOSTRO NO RICHIAMA IL PROGRESSO AFFERMATO OGNI QUALVOLTA CI SI OPPONE AD UN’OPPRESSIONE: la Resistenza, le rivoluzioni, le insurrezioni contro dittature e dispotismi sono stati NO costituenti al pari dell’OXI greco per un’Europa dei popoli ed il NO alla dittatura di Pinochet in Cile.
Ma per rendere un NO costituente di una nuova fase di lotta e nuove conquiste dobbiamo impegnarci tutte e tutti, facendo informazione porta a porta, nelle piazze, quotidianamente.
Costruiamo una nuova fase politica, VOTIAMO NO E MANDIAMOLO A CASA!
Prossimo appuntamento a Sabato 5 Dicembre
h 13.00 PRANZO in Polveriera con materiale informativo
h 16.00 Ritrovo per CONTESTARE RENZI ALLA LEOPOLDA!
QUI Link a dossier “In 8 punti le ragioni del NO” di PerUnAltraCittà – Firenze
QUI Link ad approfondimento “A chi serve la governabilità” di Il Tafferuglio – Lucca
QUI Link a materiali scaricabili (volantini, manifesti…) “Il popolo dice NO” di Ex-Opg Je so pazzo – Napoli

4 nov 1966 – 2016, Cinquant’anni dall’alluvione: quello che resta.

A fronte del trionfalismo istituzionale utilizzato per commemorare il cinquantesimo anniversario dell’alluvione di Firenze, sentiamo la necessità di dar vita ad una contro-celebrazione volta a mettere in luce le dinamiche di svendita della città innescatesi in seguito all’evento del 4 novembre 1966. Questo consente di sviluppare riflessioni sullo stato di fatto, sia dal punto di vista sociale che ambientale; inoltre è un’occasione per ribadire l’importanza di una visione integrata del territorio e delle lotte per la sua rivendicazione.
  
PROGRAMMA:
CAMMINATA NEI LUOGHI SIMBOLO DELL’ALLUVIONE
ore 15:00 – 16:30
– Piazza Santa Croce;
– Biblioteca Nazionale;
– Piazza Ciompi
INTERVENTI, DIBATTITO, PROIEZIONE DEL VIDEO “NON SIAMO ANGELI”, 
presso La Polveriera Spazio Comune, ore 17:00 – 20:30
Interverranno:
– Roberto Budini Gattai, docente di urbanistica presso l’Università di Firenze, Facoltà di Architettura
– Vincenzo Simoni, Unione Inquilini
– Lorenzo Bargellini, Movimento di Lotta per la Casa
– Sergio Canfailla e Lorenzo Giudici, autori del video “Non siamo angeli”
CENA POPOLARE IN POLVERIERA  + MUSICA DAL VIVO, presso La Polveriera Spazio Comune
ore 20:30 – 22.30

UNGHERIA 56, LA RIVOLUZIONE DIFFAMATA, giovedì 27 con CortoCircuito e Marxpedia

Ungheria 1956, la rivoluzione diffamata
QUI il volantino in Pdf
È vero come afferma la storiografia ufficiale, che vede concordi stalinisti, capitalisti ed estrema destra, che la RIVOLUZIONE ungherese fu una sollevazione fascista e filo-capitalista?
Davvero il ’56 ungherese fu l’anticipazione del 1989? O invece fu l’esatto opposto, il momento in cui era ancora possibile provare a disegnare un’alternativa, fra il capitalismo occidentale e il regime burocratico sovietico, quella della democrazia operaia?
Analizzare quali furono le forze sociali che caratterizzarono quel processo, le forme di lotta di cui si dotarono e le rivendicazioni che posero, ci serve per comprendere la natura profonda di quel movimento e la ragione per cui fu represso dai carri armati russi sotto lo sguardo indifferente dell’occidente.
Sapere oggi cosa mancò a quel movimento per affermare il trionfo della rivoluzione, permette di organizzarsi di conseguenza.
Ne discutiamo insieme
Giovedì 27 Ottobre alla POLVERIERA SPAZIOCOMUNE, in via S. Reparata 12

H 19,00 Apericena, H 20,15 dibattito

Il chiostro non si cancella – Lunedì 3 Ottobre – Assemblea per il chiostro di Sant’Apollonia aperto – ore 17

Il chiostro dell’ex-convento di Sant’Apollonia, anche detto “della Badessa”, è uno dei chiostri più grandi a Firenze: un pezzo di storia e d’arte, patrimonio della città e dei suoi cittadini.
La gestione da parte degli organi competenti – la Regione Toscana in mano al PD e l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio che si occupa del servizio mensa e dell’aula studio al piano terra – è stata fino ad oggi superficiale se non addirittura assente, nonostante le reiterate promesse di restauro e valorizzazione. Almeno fino a quando un gruppo di studenti e cittadini non ha iniziato a interessarsi alle condizioni in cui questo chiostro versava, chiedendo in primo luogo un intervento di riqualifica. Quando finalmente la regione ha acquisito la proprietà dal demanio – in forza di un progetto che prevedeva un investimento di 5milioni – non si sono fatte attendere voci di ulteriori chiusure e lottizzazioni, insieme alla trasformazione delle aule al primo piano in uffici contro il palese interesse dei suoi frequentanti.
Il primo auspicato intervento è arrivato solo quest’estate: il chiostro è stato trasformato per tre mesi in un cantiere per i lavori di installazione dell’impianto di irrigazione e di posa di un nuovo manto erboso. Sorvoliamo sulla perplessità che possono destare le cifre di questi lavori: 57.000 euro per 5/6 giorni di lavori con 4 operai, su un totale di 3 mesi di cantiere (terra rivoltata, reti metalliche, accesso vietato da luglio a settembre).
Abbiamo pure accettato di buon grado la temporanea chiusura del chiostro al pubblico: l’erbetta per ben crescere va ben curata!, siamo d’accordo. Ma quando il temporaneo minaccia di diventare realtà permanente occorre iniziare a studiare e ad organizzarsi.
Ora è trascorso il periodo di “assestamento” del prato, e per la terza volta la rete metallica da noi rimossa è stata prontamente sostituita: risulta così evidente l’intenzione del DSU di erigere un cancello stabile per interdire l’accesso al chiostro e separare un altro luogo della città ai suoi abitanti: da pubblico a privato, cioè – letteralmente – privato al pubblico.
Appare ben chiara quale sia la linea di condotta dell’amministrazione regionale (che ben rispecchia quella comunale, pedissequa ancella della nazionale): gli spazi non devono essere pubblici, i cittadini non sono in grado di gestirli; gli spazi devono essere chiusi, amministrati per scopi privati, utili a far cassa.
Un cancello è una conferma che i confini, prima che materiali, sono nella mente e nelle azioni di chi amministra la cosa pubblica (una marmaglia di burocrati che fanno del liberismo selvaggio l’apologia del degrado cittadino), come se gestisse un’azienda privata.

Noi vogliamo che il chiostro di Sant’Apollonia resti aperto, comune ed accessibile a tutti. Vogliamo che sia gestito in modo trasparente e rispettoso. Vogliamo che la gestione di un bene comune sia occasione di crescita di percorsi partecipativi e non di chiusure e arretramenti sociali e culturali.
Per questo invitiamo cittadini, studenti e lavoratori LUNEDI 3 OTTOBRE alle 17 negli spazi comuni della Polveriera, per decidere insieme quale dovrà essere la migliore via per far sì che questa volontà possa realizzarsi.

L’Assemblea della Polveriera

“CONTRO LA SCUOLA DEL REGIME E DEI PRESIDI PADRONI: LA CULTURA NON E’ MERCE” ven 30 settembre

CONTRO LA SCUOLA DEL REGIME E DEI PRESIDI PADRONI: LA CULTURA NON E’ MERCE!!!!

VENERDI 30 SETTEMBRE ORE 21 PRESSO LA POLVERIERA VIA SANTA REPARATA

Il mondo della scuola è attraversato sempre più da abusi e prevaricazioni da parte di chi detiene il potere nei confronti  di tutte le componenti: studenti, lavoratori, genitori.
L’anno scolastico è iniziato e la legge 107, conosciuta come la “buona scuola” rivela il suo vero volto: affossare la cultura e l’istruzione rendendo la scuola uno strumento a servizio del profitto e del regime, per la repressione di ogni libero pensatore e di ogni dissenso.

Il comma 1  della 107 parla di una scuola capace di garantire il libero sviluppo delle diverse individualità e di limitare la dispersione e l’abbandono scolastico. Frasi demagogiche  che mistificano la realtà di molti istituti professionali, tecnici e di molte scuole medie: classi in sovrannumero, mediamente con 2 studenti tutelati dalla legge 104.

Si parla di pari opportunità da offrire agli studenti e di oltrepassare le differenze socio-culturali mentre invece di fatto SI FINANZIANO SCUOLE PRIVATE e si sottopongono i percorsi di studio alle esigenze delle imprese.
L’alternanza scuola-lavoro non  insegna nuove competenze ma ha un solo obiettivo: fornire manodopera gratis ai privati che conformemente al comma 29 avranno sempre più potere di agire sulla scuola e  come ben dimostrano la maggior parte degli stage effettuati negli istituti professionali.
Studenti e famiglie che demagogicamente vengono chiamati a cooperare per la crescita della scuola sono costantemente truffati da presidi che spacciano come tasse contributi volontari sempre più cari. Presidi che sempre più sono considerati “meritevoli” sulla base di quanto risparmiano.
La 107 soffoca ogni possibile contestazione rendendo ricattabili i docenti neo-assunti. Chi contesta l’autorità,  ossia il preside, rischia di esser messo in mobilità sull’intero territorio nazionale.
Progetti regionali e nazionali che investono ed investiranno scuola ed università il cui unico reale obiettivo è quello di garantire tanti soldi ai vertici delle pubbliche amministrazioni e di agevolare  i poteri economici. Progetti che usano tanti soldi pubblici mentre si continua a tagliare istruzione e sanità e a non affrontare l’emergenza abitativa.
I SOLDI CI SONO MA  FINISCONO SEMPRE NELLE STESSE TASCHE!!!!

-PER CONTINUARE IL PERCORSO COMINCIATO CON L’ASSEMBLEA DEL 9 GIUGNO 2016
-PER DARE RISPOSTE CONCRETE ALLE TANTE SITUAZIONI DI ABUSO E PREVARICAZIONE DI CUI QUELLO DELLA SCUOLA DATINI DI PRATO E QUELLO DELL’ISA DI FIRENZE SONO SOLO DUE ESEMPI TRA I TANTI  
-PER COSTRUIRE UN COORDINAMENTO UNITARIO DI LOTTA DI TUTTE LE COMPONENTI DEL MONDO DELLA SCUOLA (LAVORATORI, STUDENTI, GENITORI).
TROVIAMOCI IN UNA NUOVA ASSEMBLEA
“CONTRO LA SCUOLA DEL REGIME E DEI PRESIDI PADRONI: LA CULTURA NON E’ MERCE!!!!”
VENERDI 30 SETTEMBRE ORE 21 PRESSO LA POLVERIERA VIA SANTA REPARATA… 
Organizzano Unicobas Fi, CUB Fi, USI Sanità Fi, La Polveriera, Gruppo Anarchico Azione Diretta…