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???????????????? – Storie distopiche di un futuro assente – 27 febbraio

➣ presentazione di ???????????????? – Storie distopiche di un futuro assente ???????? ???????????????? ???? ???? ????

Il giovane autore del testo – User from PT – traccia il contesto di degrado delle metropoli meridionali degli Usa dove è nata la trap, un viaggio tra le sue manifestazioni più popolari e un’analisi sui perché siamo arrivati in pochi anni all’esplosione di un caso mondiale che ha saputo stravolgere anche la scena italiana.
In ???????????????? – Storie distopiche di un futuro assente viene descritto il percorso di radicamento sia nei grandi snodi urbani sia nelle province, per addentrarsi all’interno di una scena contraddittoria formata da creature misteriose, apparentemente interessate ???????????????? ???????? ???????????????????? ???? ???? ???????????????? ????????????????????, ma che è riuscita finalmente a spodestare la paludosa fase della retromania.

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20:30 – 00:00 | c/o LaPolveriera SpazioComune, Via Santa Reparata, 12, Firenze

➣ ᴄʜᴇᴀᴘ ғᴏᴏᴅ﹠ᴅʀɪɴᴋ + ᴏᴘᴇɴ ﹣ᴛʀᴀᴘ﹣ ᴍɪᴄ

(っ◔◡◔)っ ♥ free entry / free smoke ♥ (っ◔◡◔)っ comprando una copia del libro da User from PT lo supporti direttamente nella sua campagna. Donazioni di trattamenti medici alternativi – sciroppi e erbe – sono ben accette.

Serata Benefit No name kitchen – Beyond the Line (6 marzo)

Venerdì 6 marzo 2020 invitiamo tutt* a LaPolveriera SpazioComune a parteciapre a questo appuntamento di raccolta fondi e materiali, che saranno portati in Serbia dai ragazz* del progetto Beyond The Line a supporto della ONG No Name Kitchen che si dedica al sostegno dei ragazz* in movimento lungo i confini dell’europa.

É quindi il giorno giusto per portare i materiali che potrebbero servire a queste persone in viaggio. Portate scatoloni!
(trovate una lista sotto delle cose necesserie, se ne avete e non le usate portatele! Se non ne avete e vi sentite di fare una donazione portatele!)

Apertura ore 18:30!

Oltre alla raccolta, é una giornata di incontro, d’informazione e per stare insieme. Ci sarà una breve introduzione al progetto, delle proiezioni e dei racconti di viaggio, poi fino a tarda sera avremo con noi Medicamentosa , Cigarilla Disonasty e Tonino3000 (Falafel Fazz Familia 4.0) + Dj set Malloppo

Accorete numerosi !!!!

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Beyond The Line é un Progetto spontaneo ed indipendete, che nasce dalla voglia di oltrepassare le linee dell’indifferenza, agendo in maniera diretta sotto molteplici forme in contesti dove sistematicamente il diritto fondamentale del libero movimento viene negato.
Nel Marzo 2020, un gruppo di 9 volontari BTL andrà a Šid, una cittadina al confine tra Serbia e Croazia, dove molti ragazzi stazionano in attesa di tentare di oltrepassare il confine Serbo – Croato. Il nostro contributo è reso possibile grazie alla presenza constante della Ong Spagnola No Name Kitchen che si occupa di garantire cibo e assistenza basica attualmente nei territori di confine di Serbia, Bosnia e Grecia. Oltre a provvedere per necessità’ immediate, NNK ha uno spettro d’azione più ampio, come spiegato nel loro sito: “Parallelamente alla copertura di bisogni primari, il progetto ha come scopo centrale quello di promuovere la solidarietà tra uguali, attraverso l’integrazione, il rispetto, l’inclusività, e il supporto reciproco. Al tempo stesso, il progetto intende porre le basi per l’empowerment dei migranti – nei limiti delle circostanze – attraverso la loro partecipazione nei compiti quotidiani, e nella loro influenza sulle decisioni prese” [libera traduzione dal sito NKK – www.nonamekitchen.org/en]

OBBIETTIVO BASE DEL PROGETTO
L’obbiettivo attuale è di supportare i migranti in transito verso l’Europa. In quanto individui ci sembra giusto contribuire per dare un aiuto a coloro che, ormai da anni, subiscono continui abusi alla loro dignità e vita, e deliberati attacchi ai loro diritti fondamentali.
I migranti subiscono costantemente la sottrazione dei propri effetti personali durante i Pushback. Spesso le loro tende, vestiti , sacchi a pelo vengono dati alle fiamme durante le operazioni illegali di polizia e squadre di locali ostili.
Con No Name Kitchen , andremo a distribuire questi beni secondo le necessitá, ma anche pasti caldi e docce organizzando i compiti quotidiani cercando il piu possibile di innescare una partecipazione condivisa fra migranti e volontari.

ATTIVITA SVOLTE A ŠID
A Šid 9 volontari supporteranno NNK nello svolgimento delle attività quotidiane, qualora le circostanze lo permetteranno.
Le attività’ includono:
– distribuzione di pasti caldi
– distribuzione di vestiti e beni di prima necessita
– organizzazione di docce 3 volte a settimana
– supporto morale e psicologico attraverso giochi e socialità
– registrazione di ferite e danni fisici, subiti per violenza o incidenti
**I pasti vengono cucinati insieme – quando possibile – dai volontari e i migranti.

Siamo apert@ a qualsiasi forma di supporto possa essere fornita al progetto Beyond The Line, che é in continua evoluzione e sperimentazione, sotto forma di concessione o di collaborazione in uno spazio dove svolgere attività informative, di raccolta fondi e di materiali. Ci auguriamo che l’avviarsi di questo progetto sia il seme per creare nuove collaborazioni e connessioni per contrastare i conflitti sociali e creare nuovi paesaggi umani.

SPACCIO ED EMARGINAZIONE IN SANT’APOLLONIA- Cosa Fare? -26 febbraio-

????SPACCIO ED EMARGINAZIONE IN SANT’APOLLONIA- Cosa Fare?????

Sant’Apollonia luogo di spaccio, Sant’Apollonia luogo di violenza, di degrado!
Sant’Apollonia luogo insicuro, sporco, tossico, Sant’Apollonia luogo di abbandono!

Questo è il modo in cui viene visto e raccontato il loggiato di Sant’Apollonia, dove si trovano la mensa universitaria ed i locali della Polveriera SpazioComune. Le rare volte in cui le istituzioni hanno risposto a tutto questo, lo hanno fatto invocando peggior securitarismo: retate della polizia, guardie giurate onnipresenti (e nullafacenti), nuove installazioni di telecamere sono i mezzi attraverso
cui fomentano le paure degli abitati del quartiere e della città, degli studenti e dei lavoratori del complesso.

Ma ti vogliamo fare una domanda: che cosa hanno risolto questi provvedimenti?
Ci vogliamo davvero illudere che la soluzione sia la militarizzazione della zona?

La nostra esperienza ci ha fatto toccare con mano che è proprio il contrario: qui, nel loggiato di sant’Apollonia, le grandi retate nel quartiere hanno comportato solo una maggiore emarginazione e l’inasprimento dei problemi, aumentando paura e diffidenza. La Polveriera si è trovata negli anni a convivere con il disagio, lo spaccio, la violenza e la sopraffazione. E la risposta è sempre stata il proporre attività culturali, politiche e sociali, sportive ed artistiche. Soprattutto risponde attraverso un impegno quotidiano e duraturo, che non è guidato da campagne elettorali ma da rapporti umani, dal vivere il quartiere, dal vedere persone e non problemi, dal cercare soluzioni e non applausi.

Invece di telecamere e guardie chiediamo la collaborazione di organizzazioni dotate di personale qualificato e strumenti necessari ad affrontare i drammi che molti giovani, alcuni giovanissimi, vivono nell’emarginazione e nell’abbandono. Vogliamo interventi atti a ridurre le possibili conseguenze dannose del consumo di sostanze, contro l’abbandono scolastico, vogliamo energie e risorse dedicate al territorio, non galera e criminalizzazione.

Abbiamo fiducia che la liberalizzazione e depenalizzazione delle sostanze siano il primo imprescindibile passo in direzione di una società più civile e inclusiva, dove i problemi legati alla marginalizzazione si affrontano insieme e non nascondono sotto il tappeto.

Se vivi questa situazione e vorresti reagire in qualche modo non delegare, non chiedere più controllo, ma vieni a discuterne insieme a noi.

????Ti invitiamo all’incontro organizzato il 26 febbraio alle ore 18.00 nei locali al primo piano del chiostro di Sant’Apollonia.

????Saranno presenti:
– La Polveriera Spazio Comune
– Tommaso Fattori, consigliere regionale – – Giorgio Ridolfi, consigliere di quartiere1
– I responsabili di CAT Cooperativa Sociale – Giulia Morigoni, psicologa
– Diletta Vecchiarelli, operatrice

Verso Lo Sciopero Dei E Dai Generi – 21/02

VERSO L’8/9 MARZO :

H 18.00 APERITIVO (SI TUTTO VEGAN)
Autofinanziamento giornate 8/9 marzo!

h 19.30 :
LA PRIMA VOLTA FU RIVOLTA, MA NON ERA MICA LA PRIMA
Monologo e rabbia Frocia :
QUESTA NON E UNA STORIA D’AMORE.
Il primo pride fu rivolta, lo dicono tuttx, se lo ricordano tuttx, anche 51 anni dopo. Ma fu una rivolta, nel vero senso della parola. Una rivolta, con cassonetti in fiamme, vetrine sfasciate, molotov contro la polizia, i locali gay dati alle fiamme insieme alle botique di lusso.
La prima volta fu rivolta, ma se non fosse stata la prima volta? E neanche l’ultima?
La narrazione della storia della liberazione LGBTQIA+ è troppo condita di amore, arcobaleni, quasi come se quel minimo di libertà fosse cascata dal cielo. Invece quella libertà è stata presa, con le unghie e i tacchi a spillo, con mattoni sulla polizia.
La damnatio memoriae della storia eteropatriarcale ci ha relegato al ruolo di silenziose vittime, lasciandoci qualche giorno di giugno dove potersi riprendere un minimo di spazio, un’ora d’aria che non duri neanche troppo, o non viene più permesso.
Eppure la fuxia primavera è iniziata ben prima del ‘69, ed è andata ben oltre quei giorni.

Non è un racconto di amore, né di matrimonio, ma di rabbia, di gioia sulle barricate, di rapine e di sassaiole.
Questa è un’altra idea di narrazione della rabbia queer, espressa in tutte le sue forme, senza esaltazione di idoli o romanticismo, di pari passo con la violenza e l’attacco quotidiano che subiamo dall’alba della storia.

Essere frocx e violare la legge è sempre stata una necessità. Persone da sempre illegalx non possono che abbracciare l’illegalità di massa per sopravvivere, ma anche per attaccare un regime dopo l’altro, nel corso del tempo.

Cos’è il queer? E’ una vetrina sfondata, è una diserzione durante la leva, un buco col trapano in un bagno pubblico.
Queer è una rapina in banca, è un esplosione negli archivi dei nazisti, una resistenza quotidiana.

Queer è rabbia, è resistenza.

Queer è rabbia gioiosa di chi ha gridato basta al ruolo di vittima impassibile, ma anche di chi non è riuscitx a farlo. Di chi ha deciso di attaccare, e non solo difendersi, un mondo che mai ci ha voluto e mai ci vorrà!

La rivolta Queer non è una storia d’amore, ma di sesso sfrenato su una camionetta incendiata!
Questa non è una storia d’amore, ma una storia di delinquenza!

A seguire dj set con ****MODER*** !

RICAVATO DELLA SERATA BENEFIT SPESE LEGALI DELL* COLPIT* DAI FOGLI DI VIA!

NO MOLESTI, NO AMICI DELLE GUARDIE, NO SESSISTI, NO OMOTRANSLESBOBITUTTOFOBICI!

Palestra Popolare della Polveriera- Presentazione CORSI

Giornata di presentazione delle attività sportive della Palestra della Polveriera- corpi resistenti-.
Una giornata tutta dedicata allo sport, fra allenamenti collettivi e dimostrazioni le attività sportive della palestra si presentano: Capoeira,danza contemporanea, tessuti aerei ed il neonato corso di prepugilistica!

????PROGRAMMA:

14.30-17.00 Roda di Capoeira-
Roda de fevereiro, dedicata a Magò, ballerina, capoerista ed amica, violentata ed uccisa in Brasile la settimana scorsa. Magò presente!

15.30-16.30 Lezione aperta di Danza Contemporanea

17.00-18.00 Lezione aperta di Prepugilistica

18.00-19.00 Allenamento collettivo e dimostrazione di Tessuti Aerei

????A SEGUIRE
Apericena a prezzi popolari
????Ore 21.00
Sketch circensi e balli folli con Kontraband in concerto!

????La Palestra Popolare de la Polveriera
-corpi resistenti-

La palestra popolare, legata alla riappropriazione degli spazi e all’autogestione, è un luogo in cui, a partire dai corpi, da “corpi resistenti”, si sviluppano nuove forme di resistenza alla diseguaglianza, alla discriminazione, all’oppressione e all’esclusione sociale.
Questo spazio condiviso, di trasformazione e crescita personale, promuove un modello alternativo di sport, lontano da logiche di competizione, machismo e prevaricazione, ripensando le attività sportive come mezzo per fare politica a partire dal corpo.
-Sport popolare- la nostra idea
Lo sport popolare è accessibile, liberamente praticabile da tutte e tutti; al contrario del modello imperante che impone a tutte le cose un costo, è basato sulla gratuità. Non si arricchisce l’individuo, ma si arricchisce la comunità.
Lo sport popolare è inclusivo perché abbatte barriere economiche, sociali e razziali, creando l’opportunità ai corpi diversi per genere, cultura, esperienza, storia di vita e abilità, di condividere pratiche sportive e imparare attraverso le differenze.
La sfida dell’inclusività si gioca sull’incontro e sulla partecipazione attiva come strumenti di emancipazione e creazione di relazioni.
Lo sport popolare è diritto alla salute fisica e mentale, intesi non come benessere singolo e individuale, ma comune, misurato e conquistato in rapporto con gli altri.
Lo sport popolare promuove la libertà abbracciando i valori dell’Antifascismo, Antirazzismo e Antisessismo.

???? KONTRABAND????

L’unione di più elementi e di più esperienze porta ad una fusione musicale che da vita al gruppo Kontraband.
Sei musicanti, gente di poco conto, qualcuno criminale morale, cosa possono fare se riuniti insieme?
Creare musicalità proprie dove il ritmo in levare unisce ogni elemento del gruppo.

Voce: Giorgio Indraccolo aka Supa Gee
Voce: Costanza Del Bianco aka Calypso
Chitarra: Giovanni Guidotti aka Gandi
Tastiera & Percussioni: Diego Iacopini aka Jeko
Basso: Riccardo Faggian aka Faggino
Batteria: Filippo Giusti aka Iuston

NO SBIRRI
NO FASCI
NO RAZZISTI E SESSISTI
NO PROFITTO

SANT’APOLLONIA UN ANNO DOPO

Era il 20 Novembre dell’anno scorso quando il CDA dell’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio ha approvato, senza alcun preavviso e con il solo voto contrario delle rappresentanze studentesche, lo sgombero degli spazi comuni della Polveriera come condizione per l’avvio dei lavori di riqualificazione di SantApollonia.
Ne è seguita una forte mobilitazione, iniziata con la partecipatissima assemblea del 17 dicembre, che ha visto l’appoggio del mondo culturale, studentesco e militante fiorentino ma non solo e che ha costretto la Regione, nella persona dell’assessora alla cultura Monica Barni, a fare un grosso passo indietro e ad avviare un tavolo di trattativa con noi e con le altre realtà che vivono il complesso di Sant’Apollonia.
Da qui è partito il famoso Laboratorio Sant’Apollonia, un processo partecipato della durata di due mesi che si è concluso proprio un anno dopo l’approvazione dello sgombero, il 20 novembre 2019, con tante promesse e poche certezze, molto lavoro da fare e la voglia di chi vi ha preso parte di non smettere di ragionare collettivamente sulle questioni che riguardano il plesso.
Il Laboratorio Sant’Apollonia può quindi essere considerato come l’inizio di un dialogo da parte degli enti regionali, ma non come atto primo della partecipazione a SantApollonia. Un processo di coinvolgimento cittadino nella ridefinizione del complesso è infatti già presente dal 2014 con la nascita della Polveriera Spazio Comune e del comitato SantApollonia Bene Comune, Testimoniato anche da documenti allegati al progetto di valorizzazione approvato nel 2015.
È impensabile che una tale ricchezza e e una così grande attenzione vengano cancellate da interventi invasivi, tutt’al più sono questi interventi a dover essere armonizzati con ciò che esiste e funziona già, nel rispetto di quanto emerso durante il processo partecipato e degli atti approvati presso la Regione Toscana stessa.
Ciò considerato, è necessaria l’approvazione di interventi urgenti affinché l’abitare quotidiano del complesso e le attività genuine che si svolgono al suo interno non vengano mortificate ma che proliferino in un ambiente consono e positivo.
Come Polveriera Spazio Comune crediamo sia importante dare priorità ad alcuni degli elementi, per quanto banali, che negli anni sono stati riferiti agli enti gestori senza ottenere effetto. Nel processo del Laboratorio SantApollonia abbiamo visto come questi hanno trovato ulteriore legittimità, ed è perciò impontante che vengano affrontati prontamente.
La messa in campo delle seguenti azioni risulta fondamentale per poter creare un ambiente adatto al successivo sviluppo del percorso.
1. Pulizia
– Istituire un turno di pulizie quotidiano di tutti gli spazi aperti del complesso in carico agli enti gestori, cosa che dovrebbe essere scontata ma di fatto sono circa due anni che non avviene; la pulizia è effettuata esclusivamente da noi della Polveriera ed essendo noi persone che donano il proprio tempo volontariamente non può essere svolta con cadenza giornaliera.
– Collocare in tutti gli spazi aperti contenitori di rifiuti adatti alla raccolta differenziata e provvedere allo smaltimento dei rifiuti stessi.
– Definizione di un riferimento per i rapporti con Alia a carico di DSU (o altro ente regionale) per lo smaltimento dei rifiuti ingombranti.
2. Manutenzione urgente
In particolare si tiene a elencare le seguenti urgenze:
Messa in sicurezza della scala daccesso con interventi per favorire lo smaltimento delle acque meteoriche (garantire un accesso sicuro da ora a prescindere dai progetti realizzabili fra anni).
Regolazione dellilluminazione negli spazi aperti per garantirne la presenza costante durante lorario di apertura.
Messa in sicurezza (sigillandone provvisoriamente lapertura) della cappa in amianto esposta lungo il loggiato dal danneggiamento della controparete.
Riparazione del giunto fra gronda e tubature lungo il loggiato nord onde evitare ulteriori allagamenti e danni alle strutture (interventi sul degrado delle finiture provocato dellincuria potranno essere demandati alle fasi successive).
3. Apertura
– Apertura immediata del cancello e rinnovata fruibilità degli spazi aperti a piano terreno, sia per quanto riguarda il chiostro della Badessa che il cortile sud e chiostro delle Novizie.
4. Gestione dei conflitti e marginalità
– Avvio immediato di un progetto sperimentale in collaborazione con la cooperativa sociale CAT (ed in particolare con i progetti centro Java, Outsiders, Extreme e Firenze vivibile) per la realizzazione di un punto di ascolto e coprogettazione negli spazi del loggiato. L’intervento deve essere volto a garantire una presenza quotidiana (pomeridiana e/o serale) degli operatori e indirizzato verso lallestimento temporaneo di uno spazio chill-out dove possano essere messe in campo le competenze della cooperativa nelle aree di riduzione del danno, prevenzione e mediazione artistica. Dalla fase di ascolto il percorso dovrebbe tendere verso una progettualità condivisa con gli utenti negli ambiti emersi; deve essere favorito laccesso di tali progetti ai servizi forniti dagli enti regionali entro il complesso. Per garantire l’integrazione dell’intervento con il quartiere gli operatori, quando ne valutino la necessità, devono essere liberi e sostenuti nel portare azioni anche nel rione e nel reindirizzare gli utenti verso ulteriori progetti attivi della cooperativa. Tale intervento deve essere dotato di un presupposto economico non inferiore a quello destinato alla vigilanza privata.
Avvio di un tavolo sulle marginalità giovanili e la riduzione del danno con il coinvolgimento di abitanti, enti regionali e enti specializzati (CAT, marginalità toscana, ASL, servizi territoriali, ecc).
Tali richieste sono state più volte espresse agli organi competenti e inviate circa un mese fa all’assessora Monica Barni in persona senza ricevere alcuna risposta. Ci chiediamo cosa possa voler dire un tale silenzio verso un problema che è percepito da tutte le persone che frequentano lo spazio di Sant’Apollonia. La risposta che pare più plausibile è che tale situazione è intenzionalmente mantenuta per fornire evidenze a favore di una privatizzazione del chiostro. Tesi peraltro dimostrata dalle interviste svolte durante il Laboratorio Sant’Apollonia dove molti rappresentanti di enti istituzionali hanno proposto la chiusura del loggiato mediante vetrature.
Inutile dire che ci troviamo fortemente in disaccordo con tali scelte che non mirano alla risoluzione dei problemi bensì allo spostamento di essi in zone meno visibili della città, esponendo ad un maggiore rischio persone che vivono situazioni di marginalità sociale e che per tale motivo andrebbero tutelate e aiutate.
La politica ci insegna che ciò che porta alla risoluzione di questo tipo di problemi è la volontà delle persone coinvolte nei processi decisionali che evidentemente però hanno altri obiettivi che nulla hanno a che fare col creare un luogo di accoglienza, integrazione e mutuo aiuto.

Basta retate, la repressione è un circolo vizioso

Oggi, martedì 14 gennaio, è avvenuta l’ennesima retata della polizia municipale nel loggiato di Sant’Apollonia, con cani antidroga, sequestri e “arresti”, ennesima azione repressiva che conferma, ancora una volta, la natura politica del partito che occupa le istituzioni pubbliche della nostra città. Sembra che non conoscano altro linguaggio che quello della forza, della repressione dell’emarginazione, del controllo securitario e sbirresco del territorio. Indifferenti verso le morti che quel disagio e quell’essere messi ai margini ha già causato e continua a causare giocano a rilanciare da destra su temi quali la sicurezza e il decoro.
Non ci stancheremo mai di ripeterlo: l’emarginazione sociale, lo spaccio delle droghe, la microcriminalità che tanto ossessiona e preoccupa il partito del potere è il frutto amaro della repressione, del proibizionismo, del saccheggio delle risorse comuni per il beneficio di pochi, dello sfruttamento sempre più bieco del lavoro.

Chi sono i giovani che si ritrovano nel loggiato di Sant’Apollonia? Che storia hanno?
Le istituzioni e le destre di questa città hanno preferito invece cercare nella Polveriera un capro espiatorio, in modo tale da reprimere anche l’unica risposta sociale positiva sul territorio.
La Polveriera contende il territorio al disagio, allo spaccio, alla violenza e alla sopraffazione. Lo abbiamo fatto difendendo i nostri spazi, lo abbiamo fatto mettendo in campo attività culturali, politiche, sociali, sportive ed artistiche. Questa è la nostra strada: azione diretta, autogestione!

CONTRO LE POLITICHE DELLA REPRESSIONE, VOGLIAMO INTERVENTI SOCIALI PER LA RIDUZIONE DEL DANNO!

CONTRO IL PROIBIZIONISMO, VOGLIAMO LA LIBERALIZZAZIONE DELLE DROGHE!

CONTRO LA SOCIETA’ DEL CONTROLLO, VOGLIAMO CHE LA CITTA’ TORNI AI SUOI ABITANTI!

PITTA la POLVE Live Painting

Un'intera giornata di live painting per decorare la nuova fighissima palestra in stanza oblò.

BENEFIT SPESE LEGALI EX-INDIANO OCCUPATO

Venerdì 10 gennaio 2019

dalle 15 fino a notte live painting: porta il tuo pennello e i colori li trovi quà.

dalle 18 musica live con

- Radio Once - street music da Firenze

- Dead Horses - Punk da Bologna

- Jackson Pollok - Lo-fi / Garage / Punk Explosion da Bologna

Bar a prezzi popolari

RISPETTA IL CHIOSTRO
NO DROGHE PESANTI
NO MACHO
NO FASCI
NO SBIRRI

Il 14 dicembre del 2016 veniva sgomberato l’ex Indiano occupato, uno spazio, da anni chiuso, che il 29 ottobre dello stesso anno era stato occupato e, da allora, autogestito, diventando in poco tempo punto di riferimento di aggregazione, socialità e sperimentazione politica per il quartiere e per tutta la città di Firenze.
A tre anni di distanza dallo sgombero quattro compagni si trovano a dover affrontare l’imminente processo.
Tutta la nostra solidarietà va a loro, a loro il benefit della giornata del 10 gennaio, per far fronte alle spese processuali. Accorrete numerosi!

https://www.facebook.com/events/588813155210171/u

UN’IDEA DI COSA FOSSE L’EX INDIANO OCCUPATO?

Dal comunicato dello sgombero:
“In questo mese e mezzo abbiamo tentato di diffondere e far conoscere la storia di un edificio che da più di trent’anni è oggetto di speculazioni da parte delle varie giunte che si sono susseguite. In seguito agli sgomberi dei precedenti tentativi di autogestire lo spazio, l’Indiano è poi stato quasi sempre condannato a rimanere vuoto e in balìa dell’incuria. Proprio per questo avevamo deciso, il 29 ottobre scorso, di restituire alla collettività un edificio immerso nel verde, per farne un luogo di socialità e di aggregazione in cui chiunque potesse esprimersi liberamente. Durante questa breve esperienza tantissimi hanno avuto l’occasione di conoscere l’Indiano: eventi ed iniziative di ogni genere, corsi di lingua e di batteria, concerti, dibattiti e laboratori sperimentali hanno animato e fatto vivere il posto quasi quotidianamente. Con le domeniche dedicate ai frequentatori del parco, ai loro cani e ai bambini eravamo riusciti a collegarci con questi e con gli abitanti dei quartieri popolari limitrofi.
Le serate musicali sono forse state le occasioni che hanno permesso una maggiore aggregazione, offrendo la possibilità a tanti musicisti di potersi esprimere al di fuori dei circuiti commerciali e a tanti giovani di divertirsi senza gli opprimenti divieti che i localini per benestanti e la movida fighetta impongono.
Con i tanti dibattiti, le mense sociali e la costruzione di un’assemblea No Borders volevamo inoltre ribadire la nostra solidarietà ai migranti, agli sfruttati, alle tante vittime del sistema capitalistico che come noi si sentono schiacciati e posti ai margini di questo mondo.
Ma non basterà uno sgombero per metterci a tacere.”