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Cronistoria delle vertenze sul complesso di Sant’Apollonia nel quale si inserisce l’occupazione della Polveriera Spazio Comune come atto di resistenza, e le successive contrattazioni sul destino del complesso intero con l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio e la Regione Toscana

DOCUMENTO INTEGRATIVO LABORATORIO SANT’APOLLONIA

Il 20 novembre abbiamo scritto all’assessora Barni con le seguenti integrazioni alle conclusioni del processo partecipativo, delineando, in accordo con le conclusioni di tutti gli altri partecipanti, delle linee guida su come continuare la progettazione condivisa e una lista di interventi urgenti da mettere subito in atto per la vivibilità del complesso.
La Polveriera Spazio Comune

Interventi urgenti:

Il “Laboratorio Sant’Apollonia” può essere considerato come inizio del dialogo da parte degli enti regionali ma non come anno zero della partecipazione a Santa Apollonia. Un processo di coinvolgimento cittadino nella ridefinizione del complesso è già presente dal 2014 con la nascita della Polveriera Spazio Comune e del comitato Santa Apollonia Bene Comune come testimoniano i documenti allegati al progetto di valorizzazione approvato nel 2015.
Tale ricchezza e attenzione non deve essere cancellata con interventi invasivi, al contrario su di essa devono essere plasmati questi ultimi, nel rispetto di quanto emerso durante il processo partecipato e degli atti approvati presso la Regione Toscana stessa.
L’abitare quotidiano del complesso ha dunque bisogno di essere valorizzato a partire da quanto esistente ed in tal senso devono essere approvati interventi urgenti che ne permettano la continuità in un ambiente consono.
Per quanto riguarda tali interventi come Polveriera Spazio Comune crediamo sia importante dare priorità alcuni degli elementi, per quanto banali, che negli anni sono stati riferiti agli enti gestori senza ottenere effetto. Alla luce di quanto emerso dal Laboratorio Sant’Apollonia crediamo che questi siano ulteriormente legittimati e che vadano, quindi, inseriti nella documentazione del processo.
La messa in campo di tali azioni risulta fondamentale per poter creare un ambiente adatto al successivo sviluppo del percorso.

1 Pulizia
– Istituire un turno di pulizie quotidiano di tutti gli spazi aperti del complesso in carico agli enti gestori
– Collocare in tutti gli spazi aperti contenitori di rifiuti adatti alla raccolta differenziata e provvedere allo smaltimento dei rifiuti stessi
– Definizione di un riferimento per i rapporti con Alia a carico di DSU (o altro ente regionale) per lo smaltimento dei rifiuti ingombranti

2 Manutenzione urgente

– Attivazione di un tavolo fra abitanti, manutentori e tecnici per la definizione degli interventi prioritari nella messa in sicurezza degli spazi aperti e avvio degli stessi.
In particolare si tiene a elencare le seguenti urgenze:
– messa in sicurezza della scala d’accesso con interventi per favorire lo smaltimento delle acque meteoriche (garantire un accesso sicuro da ora a prescindere dai progetti realizzabili fra anni)
– regolazione dell’illuminazione negli spazi aperti per garantirne la presenza costante durante l’orario di apertura
– messa in sicurezza (sigillando provvisoriamente l’apertura) della cappa in amianto esposta lungo il loggiato dal danneggiamento della controparete
– riparazione del giunto fra gronda e tubature lungo il loggiato nord onde evitare ulteriori allagamenti e danni alle strutture (interventi sul degrado delle finiture provocato dell’incuria potranno essere demandati alle fasi successive).

3 Apertura
– Apertura immediata del cancello e rinnovata fruibilità degli spazi aperti a piano terreno, sia per quanto riguarda il chiostro della Badessa che il cortile sud e chiostro delle Novizie.
– Spostamento della guardia giurata (già presente) presso l’entrata principale del complesso

4 Gestione dei conflitti e marginalità

– Avvio immediato di un progetto sperimentale in collaborazione con la cooperativa sociale CAT (ed in particolare con i progetti centro Java, Outsiders, Extreme e Firenze vivibile) per la realizzazione di un punto di ascolto e coprogettazione negli spazi del loggiato.
L’intervento deve essere volto a garantire una presenza quotidiana (pomeridiana e-o serale) degli operatori e indirizzato verso l’allestimento temporaneo di uno spazio chill-out dove possano essere messe in campo le competenze della cooperativa nelle aree di riduzione del danno, prevenzione e mediazione artistica. Dalla fase di ascolto il percorso dovrebbe tendere verso una progettualità condivisa con gli utenti negli ambiti emersi; deve essere favorito l’accesso di tali progetti ai servizi forniti dagli enti regionali entro il complesso.
Per garantire l’integrazione dell’intervento con il quartiere gli operatori, quando ne valutino la necessità, devono essere liberi e sostenuti nel portare azioni anche nel rione e nel reindirizzare gli utenti verso ulteriori progetti attivi della cooperativa.
Tale intervento deve essere dotato di un presupposto economico non inferiore a quello destinato alla vigilanza privata.
– avvio di un tavolo sulle marginalità giovanili e la riduzione del danno con il coinvolgimento di abitanti, enti regionali e enti specializzati (CAT, marginalità toscana, ASL, servizi territoriali, ecc)
Passi successivi alla conclusione del processo partecipativo:
il processo partecipativo “Laboratorio sant’Apollonia” rappresenta il primo passo verso il dialogo da parte della Regione Toscana nei confronti degli abitanti del complesso e della città. Per quanto ciò venga considerato positivamente e rappresenti un primo elemento di discontinuità con il passato non può, tuttavia, essere considerato esaustivo. La limitatezza di tempi e mezzi del processo stesso lo definiscono come una prima operazione ricognitiva rispetto il futuro di S. Apollonia alla quale risulta necessario dar seguito, nel rispetto delle volontà emerse nel processo stesso e negli anni precedenti.
(valutazioni sul processo : tempi, costi, tipo di analisi, costruzione di una proposta. Processo polveriera, chissà come mai c’è sostegno, buttare tutto, serve spazio.

Apertura
All’amministrazione della Regione Toscana ed agli enti da essa dipendenti è dunque richiesto di avviare con la massima urgenza un dialogo che possa portare avanti quanto iniziato.
Tale confronto deve poter essere inteso non come semplice strumento consultivo ma come vero e proprio luogo decisionale per la messa in campo di una strategia di rigenerazione del complesso.
Perché ciò possa avvenire deve essere garantita l’apertura a tutte e tutti la partecipazione a questo percorso e garantita allo stesso l’autonomia necessaria.
Tutelare la non escludibilità significa non porre filtri alla partecipazione ad eccezione di quelli necessari alla difesa dell’apertura stessa. Unici parametri di limitazione devono essere dunque quelli volti a limitare comportamenti escludenti applicando i principi di antifascismo, antisessismo e antirazzismo.
Considerato il contesto in cui questo percorso si inserisce, caratterizzato dalla forte presenza di disuguaglianze, è da considerarsi elemento di indirizzo la gratuità nell’accesso agli spazi e alle iniziative che vengano messe in campo.

Orizzontalità
Il percorso non può limitarsi a la definizione di generici indirizzi ma deve permettere la partecipazione diretta nella crescita del nuovo polo culturale. Il dialogo con la comunità di riferimento del bene deve essere impostato attraverso strumenti che ne garantiscano l’orizzontalità. Tali strumenti possono evolversi durante il tempo, anche grazie al potere di legiferare di cui la Regione Toscana è dotata.
La realizzazione di tali obbiettivi passa attraverso l’utilizzo di metodi decisionali che vadano a ricercare il consenso fra gli attori e non il raggiungimento di una semplice maggioranza ne tantomeno l’imposizione di decisioni prese in altre sedi.
Oltre all’apertura, dunque, deve essere favorita anche l’accessibilità del bene, ovvero facilitata la possibilità di un uso diretto da parte della comunità, attraverso il quale possa essere messa in campo la progettualità collettiva. Per ovviare a possibili problematiche organizzative possono essere previsti percorsi paralleli, dotati di una propria autonomia (in mezzi e uso degli spazi) di cui può rendersi necessario un coordinamento. Un eventuale coordinamento deve comprendere i partecipanti dei percorsi stessi e poter essere strutturato sulla base delle volontà che da questi emergano.
Processo incrementale
Perché possa essere realmente messa in campo una progettualità innovativa, come dichiarato dagli stessi amministratori, è vincolante non adottare soluzioni emergenziali e affrettate che abbiano come conseguenza la delega di progettazione e messa in opera a terzi. Non è altresì immaginabile la definizione a priori di un modello gestionale e di una soluzione costruttiva se non si vuole interrompere il processo avviato.
Si chiede dunque agli enti gestori lo sforzo necessario alla messa in campo di strumenti incrementali, che possano raggiungere la configurazione definitiva attraverso una gestione positiva delle temporaneità previste dall’intervento.
E’ quindi imprescindibile la trasformazione del processo di valorizzazione in un cantiere sperimentale che possa coordinare e interconnettere gli interventi edilizi con l’uso esistente.
Tale sperimentazione vuole mettere in costante confronto la progettualità pregressa con la pratica concreta, attraverso un processo ciclico di azione-feedback in grado di adattare le forme organizzative di spazio e gestione.
Un processo complesso con queste caratteristiche necessità di spazi e tempi che lascino un margine di ridefinizione organizzativa in itinere.

La definizione degli interventi edilizi deve essere oggetto anch’essa di valutazione collettiva, sotto gli aspetti della priorità, della progettazione e della loro sequenza. Così facendo si renderà possibile la programmazione delle temporaneità del cantiere ed una loro armonizzazione con l’uso del complesso.
Una classificazione delle urgenze nella manutenzione deve essere redatta da tecnici specificando l’ambito in cui queste si inseriscano, differenziando gli interventi volti a migliorare la stabilità strutturale, garantire la conservazione degli elementi di valore patrimoniale, adeguare le dotazioni tecnico-impiantistiche o realizzare nuovi spazi. La comunità deve essere capacitata nell’affrontare decisioni rispetto questi temi, attraverso una informazione trasparente ed il coinvolgimento delle numerose realtà accademiche, e non, presenti.
Particolarmente rilevante risulta essere il tema del miglioramento sismico della costruzione e i provvedimenti legati alla stabilità della stessa, fondamentali per garantirne il perdurare nel tempo e la sicurezza degli abitanti.
Le operazioni volte a conservarne il patrimonio storico-artistico dovrebbero invece essere anticipate dallo studio dello stesso, sia in senso strettamente tecnico che culturale-accademico, indirizzando l’impegno verso una rafforzata connessione fra valore storico e comunità depositaria.
D’altra parte interventi mirati al raggiungimento di un non meglio specificato “decoro” devono poter essere valutati dalla popolazione, specialmente quando si vada ad operare su beni culturali oggetto di tutela (vedi ad es. la rintonacatura del porticato con eliminazione delle scritte presenti).
Una valutazione approfondita di questo tipo garantirebbe una destinazione delle risorse consona alla progettualità collettiva e risulterebbe essa stessa parte del processo di arricchimento dei legami fra abitanti e patrimonio.
Delineando una strategia condivisa di interventi può essere chiarita l’evoluzione degli stessi negli spazi del complesso. La cantierizzazione parziale porterà inevitabilmente a usi temporanei i quali possono essere gestiti attraverso la progettazione di luoghi effimeri, utili ai processi in corso e al collocamento temporaneo delle attività.

La messa in campo di strategie di gestione che coinvolgano la popolazione può essere favorita attraverso ulteriori processi partecipati o forme alternative che possano garantire agli stessi un margine di autodeterminazione sufficiente a poter costituire una reale forma di progettazione collettiva di attività e spazi. L’organizzazione di percorsi o eventi temporanei, allestimenti effimeri e autocostruzione vanno di conseguenza considerati come messa in opera di scenari utili alla valutazione delle strategie.
Operando con una logica incrementale è possibile, poi, agire nella direzione di un consolidamento progressivo delle conformazioni emerse nell’uso. Dall’azione effimera è possibile passare ad un uso temporaneo ed in fine ad una stabilizzazione dello stesso secondo le forme ottimali verificate dalla prassi concreta dell’abitare gli spazi.
Per mettere in campo ciò è indicato il coinvolgimento degli abitanti stessi nella realizzazione delle opere, avvalendosi degli esempi esistenti nel tema dell’autorecupero.
Se dinamiche di questo tipo verranno messe in pratica negli anni di attività del cantiere queste comporteranno l’organizzazione progressiva degli attori presenti, generando il modello gestionale richiesto, che potrà essere adottato in seguito.
Una simile organizzazione progressiva può essere ottenuta tramite l’avvio di differenti processi (nella forma di processi partecipati o altro) dotati di una propria autonomia nell’uso e l’adattamento degli spazi, suddivisi secondo le necessità emerse durante il laboratorio. Tale divisione dei processi richiederebbe un livello ulteriore di coordinamento che possa confrontarsi con le problematiche tecniche e gestionali dell’intero sistema.

Integrazione
Nel rispetto di quanto emerso dal processo partecipato è richiesto che i servizi di Regione Toscana presenti nel complesso siano coerenti con la progettualità di un polo culturale aperto alla città e alla partecipazione. È, quindi, importante che gli spazi dell’ex convento siano destinati a enti e realtà dotati di un forte legame con territorio e città, a ciò deve aggiungersi l’impegno degli enti stessi nella definizione di strategie e spazi per favorire l’accessibilità e la partecipazione ai servizi presenti.
In riferimento a ciò risulta particolarmente inappropriata la presenza della Fondazione Toscana Spettacolo che non rispetta tale vincolo ne è legata a Santa Apollonia da un lungo percorso e che potrebbe trovare più idonea collocazione in altri spazi meno votati all’apertura (in tal senso si sottolinea la disponibilità di spazi presso il nuovo teatro del maggio musicale, collocazione coerente con la progettualità dell’ente, oltre alla presenza di numerosi immobili abbandonati o in vendita in proprietà alla Regione Toscana).
Al fine di completare la messa a sistema del complesso in tutte le sue parti si ritiene necessario avviare un dialogo con l’ente gestore dell’ala nord in cui è situato il refettorio, attualmente museo del Cenacolo di Santa Apollonia. Con tale spazio museale è certamente possibile costruire sinergie, che portino attività all’interno del pregevole ma sottoutilizzato spazio del salone. Può, in questo senso, essere valutata l’opportunità di riaprire l’ingresso preesistente che metteva in connessione diretta Cenacolo e chiostro della Badessa.
In fine, per riuscire a rigenerare l’intero complesso, è fortemente richiesta l’acquisizione dell’ala nord-est attualmente in proprietà al demanio militare e in stato di abbandono da anni. I locali un tempo destinati al circolo ex-sottufficiali potrebbero dare una risposta alla richiesta di soluzioni abitative emerse dalla componente studentesca e aprire spazi a contatto con il quartiere. Tale acquisizione è inoltre vincolante per una possibile sistemazione strutturale dei locali oggi occupati dalla Polveriera Spazio Comune, trovandosi in sopraelevamento posticcio a questi.

Firenze
20 novembre 2019

Cara Repubblica,

È il 15 di agosto, ora di pranzo, e probabilmente Andrea Bulleri (Repubblica) sta godendosi il rituale pranzo.
Purtroppo pare che quest’anno abbia deciso di farne pagare il conto a chi – oltre che passare questo bel momento a rispondere alla sequenza di falsità superficiali da lui diffuse – da anni impiega ogni istante di tempo libero per prendersi cura di ciò su cui, per due spiccioli di De Benedetti, da due giorni getta discredito.

È scontato, come dimostrano le tempistiche da calcio mercato della crisi di governo, che l’ozio delle ferie estive riservi particolare successo a qualsiasi polemica che possa accendere le tavolate afose degli italiani.
E dunque in questi giorni ogni buona fonte commerciale di informazione tenta il successo sguinzagliando i suoi precari alla ricerca di scoop.
È così che il giornalismo può occuparsi di “denuncia”, come vanta Bulleri nei suoi articoli.
Si presume che, in una società progredita, chi lavora con le parole ne conosca a fondo il significato, dunque il prode informatore non deve aver scelto a caso un termine indicante il riferire ad autorità competenti fatti che possano essere perseguiti.
Ora, vivendo la contemporaneità, possiamo immaginare che l’autorità competente cui il giornalista si appella altro non sia che la tavolata del suo Ferragosto; altrimenti non si spiegherebbe come mai, per parlare di un processo che si perdura da cinque anni, abbia scelto l’unico momento in cui sia le istituzioni che gli abitanti del luogo sono assenti.

In effetti a noi studenti insegnavano come il giornalismo di qualità si occupasse di inchiesta, ovvero del tentativo di determinare in modo oggettivo lo stato dei fatti ed informarne i lettori.
Ma non è certo questo il termine che si possa apporre all’accozzaglia di parole uscita in due puntate fra ieri e oggi su “la Repubblica Firenze”, giustamente catalogata come cronaca.
Non dovremmo, forse, biasimare il povero cronista che, recatosi sul luogo ne ha raccontato il poco che potesse trovarvi in una giornata centrale di Agosto. È evidente d’altra parte che in quanto persona poco informata sui fatti sarebbe stato più corretto da parte sua occuparsi di raccontare solo ciò che aveva potuto incontrare nel breve sopralluogo di ieri e non esporsi a voler riportare all’intera città processi di lunga durata, con una quantità impressionante di imprecisioni ed errori spesso verificabili con una semplice ricerca via Google.

Non saremo noi, proprio oggi e con un post sui social, a mettere le pezze allo stato in cui versa il giornalismo italiano e nemmeno possiamo permetterci di semplificare la realtà in quattro parole come fanno gli articoli di Repubblica.
La realtà, per quanto lo si possa negare, è un fenomeno estremamente complesso e chi vi agisce concretamente sa come, per descrivere fenomeni sociali, sia necessario un imponente lavoro di analisi delle dinamiche e della loro interazione con il contesto.
Occuparci di rendere disponibile una documentazione accurata di ciò (in aggiunta a quella già disponibile a chiunque nella sezione “documenti” di questo sito) sarà un ulteriore impegno, come sempre volontario e gratuito, che ci assumeremo per poter rendere leggibile quanto accade anche a chi non abbia voglia o tempo di conoscere direttamente l’argomento attraverso la presenza e l’attività dentro e fuori le mura di Sant’Apollonia.

Basti far notare ai lettori una serie indefinita di imprecisioni a cui qui si può fare solo breve cenno.
Ad esempio: la Polveriera nasce nel 2014, come scritto sul blog e sugli altri media disponibili, dunque salvo stranezze matematiche esiste da cinque anni e non due come si legge nell’articolo.
La fonte utilizzata dal reporter dovrebbe ben ricordare tale tempistica, se non altro perché da quella data l’intero DSU ha abdicato ai compiti per cui viene finanziato, come quello di mantenere pulito lo spazio. È abbastanza riprovevole, dopo cinque anni in cui studenti e lavoratori, finiti i propri doveri quotidiani, si occupano di pulire un loggiato cosparso di sporcizia, che siano gli stessi “lavativi” pagati per farlo a denunciarne l’inefficienza. Allo stesso modo verrebbe da chiedersi come mai il loggiato sia stato lasciato nell’oscurità più totale, tanto da spingerci a installare una nostra illuminazione esterna, proprio mentre nel Paese infuria il securitarismo.

Non è nemmeno necessario riferirsi a un tecnico specializzato per immaginare che i contatori di tale illuminazione siano gestiti, anche in questo caso, dalle autorità di cui quei dipendenti fanno parte.
Ad un professionista non dovrebbe risultare difficile nemmeno approfondire le origini di questa strana incongruenza di date e verificare cosa sia effettivamente cambiato nel corso degli ultimi due anni. È presto detto che tale spartiacque coincide esattamente con la chiusura tramite cancello del chiostro di Sant’Apollonia, fortemente osteggiata dalla Polveriera stessa. In quell’occasione uno dei pochi spazi verdi accessibili ad abitanti e studenti venne chiuso ad uso esclusivo delle fondazioni regionali, e la motivazione presentata fu la presenza nello spazio di fenomeni legati allo spaccio e all’uso di droghe. I “proprietari” del plesso pensarono dunque che una buona soluzione fosse chiudere il chiostro riversando la marginalità nel loggiato superiore. È questo uno scaricabarile ormai noto a tutti, per cui invece di affrontare il fatto che la turistificazione galoppante stia circondando il quartiere e riversandone la marginalità nello spazio protetto di Santa Apollonia, si preferisce lavarsene le mani scaricando il problema su qualcun altro. In questo caso le fondazioni lo delegarono al DSU che gestisce il piano superiore, il quale a sua volta pensò bene di fare altrettanto nei confronti dello spazio autogestito.
L’unico inceppo in questa catena di ignavia è stato l’approccio responsabile della Polveriera, che invece di volersi accanire sui più deboli ha tentato con tutte le energie di costruire percorsi che potessero andare a incidere sulla situazione. È così che l’assemblea ha collaborato innumerevoli volte con la cooperativa CAT, che si occupa anche per il comune di riduzione del danno, è così che i bagni della mensa sono stati vigilati sino a notte per evitare il consumo di eroina e che sono stati da noi sistemati con pannellature (nb di legno a vista, non cartongesso) per evitare che i consumatori potessero accedere a locali abbandonati, dove eventualmente morire di overdose.
Ma soprattutto è così che giorno dopo giorno chi ha vissuto questi spazi si è occupato di conoscere una ad una le persone che li frequentavano, di risolverne i conflitti, di allontanare i ragazzi dagli spacciatori con corsi di musica o quant’altro fosse possibile. Perché ad abitare il loggiato non sono “sbandati” ma persone, molte delle quali dovrebbero coincidere con i giovani che sono “il nostro futuro” come ripete il mantra dei repubblichini. Bene, quel futuro è lasciato davanti al degrado assoluto che non riguarda i muri di Sant’Apollonia ma la società tutta, le sue istituzioni e il loro futuro, in grado solo di spingere i propri figli verso droga e marginalità, per poi lavarsi la coscienza con la repressione poliziesca.

Si potrebbe continuare così, parola per parola, a parafrasare l’intera opera ma non riteniamo che questo possa giovare a nessuno. Basti sapere che se Bulleri volesse comporre qualcosa di degnamente giornalistico avrebbe tutta la nostra disponibilità a fornire interviste e informazioni, come ogni controparte dovrebbe poter fare.
Come nota ironica vogliamo anche ricordare che, a onor del vero, lo stesso giornalista ha già intervistato membri della Polveriera, che in quel caso erano presentati in forma angelica per stare portando progetti di solidarietà sanitaria in Siria. Quei progetti che vengono costruiti in spazi come il nostro non possono però esserne scissi quando il Ferragosto impone un tono più scandalistico. Ma soprattutto questo fa capire come il giornalista non avesse alcun impedimento ad alzare la cornetta e parlare con i diretti interessati.

Ovviamente ciò che preoccupa non sono due pagine sul giornale locale che, per quanto il cronista possa ritenere rilevanti, non hanno avviato il processo partecipato di Sant’Apollonia già in elaborazione da anni con bandi e tavoli fra Regione e Polveriera.
Ciò che realmente desta preoccupazione è come il quarto potere si occupi anche in questo caso di fare alzare il vespaio dell’opinione pubblica salviniana per spingere a interventi repressivi proprio all’avvicinarsi della campagna elettorale.
Noi non è a questo che ci dedichiamo, non siamo né seminatori d’odio né raccoglitori di consensi, siamo qui per agire in prima persona sulla realtà che viviamo e costruirne assieme una migliore.
A chi invoca l’intervento armato, la repressione e la chiusura daremo risposta solo con la difesa di quanto abbiamo fatto sin qui e soprattutto delle modalità con cui ciò è stato reso possibile.
A chi pretende il Napalm sociale della repressione continueremo a rispondere con la nostra opera di giardinaggio quotidiano, con la certezza che alla fine loro saranno soli fra le ceneri mentre noi raccoglieremo frutti.La Polveriera Spazio Comune
Firenze, lì 15/08/2019
La Polveriera Spazio Comune

 

PS-Ringraziamo per la solidarietà i compagni di Potere al Popolo, che vivono e conoscono gli spazi del centro. Come dimostra l’impegno a rispondere alle accuse lanciateci contro (QUI), la Polveriera non è una realtà sconosciuta dietro un portone chiuso, ma parte integrante di una Firenze che resiste e che non potrà essere liquidata come cronaca estiva.

—-Violenza, mafia e profitto in sant’Apollonia: diciamo basta!—-

Violenza, mafia e profitto in Sant’Apollonia: diciamo basta!

Stato d’agitazione anti-spaccio.

Dopo l’ultima provocazione, in cui due persone sono state aggredite per aver cercato di allontanare degli spacciatori da Sant’Apollonia,
abbiamo deciso di reagire.

Questa “banda” passa le sue giornate nel loggiato del chiostro provocando, minacciando e molestando chiunque passi loro davanti,
non di rado mostrando coltelli.

L’ultima è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: non siamo più disposti a subire la loro violenza e non siamo più disposti ad essere associati a tutto questo, non siamo più disposti a lasciare la narrazione di quanto accade nel chiostro di Sant’Apollonia a persone che non lo vivono.

Per questo abbiamo deciso di iniziare un presidio popolare permanente per impedire l’accesso al posto a questi soggetti,
per difendere uno spazio che vogliamo sia di tutte e tutti.

Da giorni il loggiato è sicuro da dinamiche di prevaricazione e
sempre più accogliente.

Lunedì sono tornati a minacciare il presidio con coltelli, ma sono stati respinti dal gran numero di persone e costretti a scappare lanciandoci codardamente bottiglie contro.

Nel frattempo Polizia di Stato e Digos osservavano da lontano, cercando di cogliere l’occasione per assestare ennesime denunce ai compagni, favoreggiando così gli spacciatori.

Tutto questo è frutto delle politiche securitarie dell’amministrazi

one comunale e statale, che tende a militarizzare sempre più le piazze e spostare i problemi laddove si vedono meno.

Da oggi inauguriamo lo stato di agitazione anti-spaccio, perché solo presidiando fisicamente lo spazio riempiendolo di iniziative e persone, possiamo riappropriarcene rendendolo nuovamente accogliente e sicuro.

La Polveriera resiste…e rilancia!

Continuano tutte le attività che da anni la animano,
con più entusiasmo di prima.

Raggiungici, costruiamo insieme la libertà negli spazi!

CAMBIAMO IL VENTO IN SAN LORENZO!

RIAPPROPRIAMOCI DEL NOSTRO QUARTIERE!

 

LA POLVE (R)ESISTE– SABATO 16 MARZO

Il sole splende, anche questo inverno mutante sembra essere passato. Sebbene un gelo culturale ci circondi e si aggrappi furiosamente alle sue fragili e decomposte idee gli alberi da frutto che piantammo nel prato di Santa Apollonia sono già in fiore per il loro quinto anno di autogestione.

Quale momento migliore della brezza primaverile per riprendersi la città?

La Polveriera non si lascia sfuggire l’occasione e accoglie la nuova stagione con una giornata di apertura, dal chiostro al quartiere, per riprenderci le nostre vite e costruirne un mondo migliore. Una giornata di sole e autogestione sembra un buon punto di partenza per un’impresa simile e una buona terapia per gli eccessi di bile a cui certi predicatori ci sottopongono.

Inizieremo con il riportare dove è nato il mercatino “Di Mano In Mano” che dall’alba delle 10:30 di mattina cospargerà i portici di usato, baratto e riuso.

Seguirà un pranzo en plein air, per godersi il famoso pratino e permettere anche ai più festaioli e festaiole di recuperare le energie spese nottetempo.

Belli rinforzati saremo pronti a uscire dalla tana per attraversare il quartiere di San Lorenzo con una passeggiata che porti nei vicoli e nelle piazze le nostre (r)esistenze. Fra muraglie di cemento abbandonate, strade da sempre popolari e turisti in bermuda ci aggireremo a raccontare un’altra città possibile e reale. Le materie prime le abbiamo da sempre: la nostra presenza, le parole, la musica, il teatro, la solidarietà, le lotte e un’infinità di produzioni collettive.

Il messaggio è chiaro: qui eravamo, qui siamo e qui resteremo. Non basta un inverno di sgomberi e soprusi a spaventarci, il mondo è nostro! È ora di parlare a tutti e tutte di un’idea diversa, un’alternativa possibile e umana che costruiamo di giorno in giorno attraverso l’autorganizzazione.

Tornando alla nostra piazza verde ci aspetterà una grande serata con Disco Rebel Foundation che porterà, direttamente da Genova, le sonorità dub di Militant Youth Hi-Fi, con tanto di vinili e un grande sound system per ballare fino a notte inoltrata.

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La miccia della Polveriera è sempre accesa!

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Programma

_10:30

per tutta la giornata DI MANO IN MANO mercatino dell’usato, del baratto e del riuso.

_13:00

pranzo

_15:00

passeggiata polverosa attraverso il quartiere di San Lorenzo

_18:30

si accende il sound system di Militant Youth Hi-Fi, con Disco Rebel Foundation per una serata fra reggae e dub a pieni decibel.

 

 

Come sempre a ingresso gratuito e prezzi popolari

Come sempre in difesa delle autogestioni

Polveriera in lotta – Lunedì 17 Dicembre – Assemblea contro lo sgombero

Polveriera in lotta – Lunedì 17 Dicembre
Assemblea contro lo sgombero
Dalle 19.00 in via Santa Reparata 12 r 
Da cinque anni La Polveriera Spazio Comune è un luogo in cui ogni collettivo – studentesco e non –, realtà di movimento, gruppo di artisti, aggregazione fuori dagli schemi, che provenga dalla città o sia in visita, può realizzarsi ed esprimersi. Questo spazio rappresenta una singolarità nel tessuto del centro di Firenze, aggredito dalla gentrificazione e sistematicamente spogliato delle proprie realtà sociali. Come in altre città in tutta Italia, si vede la continua marginalizzazione verso la periferia dei cittadini e la repressione dei luoghi che promuovono o sono sfondo di una socialità libera e orizzontale, siano esse piazze, strade, o spazi comuni.
 
Con l’annuncio dello sgombero da parte del CDA dell’Azienda per il Diritto allo Studio Universitario – per motivi puramente immobiliari – La Polveriera chiede una mobilitazione straordinaria a tutte le realtà che le sono vicine o che hanno attraversato i suoi spazi. Invita a partecipare, a condividere e usare lo spazio, poiché esso è stato fatto per essere fruito. Incoraggia pertanto a continuare, come sempre è stato fatto in questi anni, ad arricchirla di contenuti, aggregazione e confronto. E, ancora di più, esprime la necessità di intraprendere un percorso di lotta comune, mobilitarsi in difesa delle autogestioni e occupazioni, combattendo assieme il processo di gentrificazione e turistificazione. 
 
Studenti, artisti visivi, scrittori, musicisti, teatranti, collettivi politici studenteschi e non, intellettuali, progetti sociali, fanzine, mercanti genuini e clandestini, autoproduttori, editori indipendenti, etichette musicali, urbanisti e architetti, autocostruttori, occupanti, autogestori sono tutti invitati a partecipare a una grande assemblea di lotta, indetta per lunedì 17 dicembre 2018 alle 19 negli spazi della Polveriera.
La gentrificazione, l’autoritarismo e la repressione culturale sono a un nuovo apice e siamo solo all’inizio di un sistematico processo di smantellamento dei diritti, promosso e legittimato da provvedimenti come il DL Salvini. 
Lottiamo insieme.
 
Contro ogni delega, contro ogni autorità o decisione imposta dall’alto, la Polveriera resta aperta, le attività proseguono, l’assemblea di autogestione continua a riunirsi ogni lunedì dalle 19.00 alle 22.30.
Insieme a tutti coloro i quali hanno intrapreso con noi questo cammino, lo hanno attraversato, sospinto, sostenuto, accompagnato finora e da qui in avanti.
Insieme a tutte le realtà che ci hanno sostenuto e che sosteniamo condividendone pratiche e valori.
 
In difesa della Polveriera 
In difesa di ogni autogestione

APPELLO: la Polveriera è sotto sgombero! DIFENDIAMO LE AUTOGESTIONI!

La Polveriera Spazio Comune

LA POLVERIERA è SOTTO SGOMBERO!
DIFENDIAMO L’AUTOGESTIONE!

Venerdì scorso il CDA dell’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio ha approvato – senza alcun preavviso e con il solo voto contrario delle rappresentanze studentesche – lo sgombero degli spazi comuni della Polveriera come condizione per l’avvio dei lavori di riqualificazione di sant’Apollonia.
Anni fa (diversa era la giunta regionale, uguale il partito) questo
progetto di riqualificazione fu presentato con la promessa di restituire un luogo semi-abbandonato e fatiscente agli studenti e abitanti del centro storico. Un progetto che oggi prevede uno stanziamento di 2.3 milioni di euro, ma che nel frattempo è cambiato: invece che agli studenti, gli spazi recuperati serviranno per ospitare uffici di fondazioni ed enti regionali. Così come il giardino del chiostro interno è stato chiuso per essere cornice e sfondo esclusivo degli eventi organizzati nell’auditorium che la regione affitta, anche gli spazi del loggiato – sin dagli anni ’70 percorsi dagli studenti e dalle studentesse che frequentano la mensa universitaria – dovranno essere chiusi.

La Polveriera è nata nel 2014, durante le proteste messe in atto dai collettivi universitari contro le sempre maggiori limitazioni di orario delle università e delle aule studio e contro l’aziendalizzazione disumanizzante dei corsi di studio, organizzando assemblee e occupazioni nelle facoltà. In questo contesto, alcuni collettivi iniziarono ad auto-organizzarsi per
riappropriarsi di ciò che era loro diritto, occupando le stanze del
primo piano, inutilizzate da decenni, e imponendo così alle istituzioni di prendere atto di ciò che ignoravano di proposito: gli studenti hanno dei diritti e delle esigenze e non sono più disposti a credere a vaghe promesse di un futuro felice.

Per questo la Polveriera nasce come “Spazio Comune”: avevamo bisogno di un luogo aperto a tutti dove fermarci e riflettere, dove incontrarci e condividere, per auto-formarci, organizzarci e lottare contro una società attenta solo al profitto. In questi anni la Polveriera è stato un luogo di aggregazione e condivisione di saperi e un laboratorio di pratiche antifasciste, antisessiste e antirazziste. Ha ospitato e organizzato centinaia di iniziative gratuite: corsi, laboratori, presentazioni, proiezioni, spettacoli, concerti e assemblee, ennesima dimostrazione che l’ostacolo a un impegno concreto verso le persone non è la mancanza di soldi bensì la mancanza di volontà.

La Polveriera è ancora qua, dopo quasi cinque anni di occupazione, nel cuore di un centro storico piagato dalla speculazione economica sia privata che pubblica, a dimostrare che oggi più che mai sono necessari spazi liberati e liberi; che l’auto-organizzazione – ovvero la partecipazione diretta alle decisioni che riguardano la vita di ciascuno – è l’unica pratica legittima che non smetteremo di portare avanti, qui e ovunque.

Contro ogni delega, contro ogni autorità o decisione imposta dall’alto, la Polveriera resta aperta, le attività proseguono, l’assemblea di autogestione continua a riunirsi ogni lunedì dalle 19 alle 22,30.

Insieme a tutti coloro i quali hanno intrapreso con noi questo cammino, lo hanno attraversato, sospinto, sostenuto, accompagnato finora e da qui in avanti.

Insieme a tutte le realtà che ci hanno sostenuto e che sosteniamo condividendone pratiche e valori.

In difesa della Polveriera, in difesa di ogni autogestione.

ADESIONI [in aggiornamento – per aderire scrivici a          lapolveriera.spaziocomune@inventati.org ]:

A Rivista anarchica – Rivista (Milano)
Alterpiana – Progetto politico collettivo (Firenze)
Associazione Culturale Fumofonico – Associazione (Firenze)

Associazione “Firenze, le Piazze degli anni 70” – Associazione (Firenze)
Associazioni Inquilini e Abitanti – Unione Sindacati di Base

Ateneo Libertario Fiorentino (Firenze)
A Testa Alta – Associazione (Palermo)
AvANa BBS – AVvisi Ai NAviganti (Roma)
Agripunk – comunità antispecista
Assemblea per la Piana contro le nocività (Firenze)
Assemblea Cavallerizza 14:45 (Torino)
Alessandra Caputi

Agnese Turchi, Studente Ph.D – Dip. di Scienze della Terra, Unifi (Firenze)
Alberto Prunetti – Scrittore (Piombino)

Alberto Ziparo, Professore associato – Scuola di Architettura, Unifi (Firenze)
Antonio Fiorentino, Architetto, già Professore alle scuole medie superiori – Liceo Artistico Statale “P. Petrocchi” (Pistoia)
Andrea Micalone – Scrittore (Pescara)
Andrea Angiolino – Autore e giornalista (Roma)

Antonello Nave – Regista e attore, Altroteatro (Firenze)
Ariel Arango – Regista (Bogotà, Colombia)
BORDA!Fest – Festival (Lucca)
CAL – Cordinamento Anarchico Libertario (Firenze)

Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos (Campi Bisenzio)
Centro Popolare Autogestito Firenze Sud (Firenze)
Centro Sociale Autogestito nExt-Emerson (Firenze)
Comitato NO TAV (Firenze)
Collettivo SUM – Liceo Classico Michelangiolo (Firenze)
Collettivo SKA – Liceo Classico Galileo (Firenze)
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud (Pisa)
Collettivo Bethune – Ambulatorio Popolare (Firenze)
CAS Firenze – Collettivo Antagonista Studentesco (Firenze)

Collettivo ArkKostruendo – Scuola di Architettura, Unifi (Firenze)
Collettivo CodiceRosso – Scuola di Scienze della Salute Umana, Unifi (Firenze)
Collettivo Cosmos – Liceo Scientifico Castelnuovo (Firenze)
Collettivo di Agraria – Scuola di Agraria, Unifi (Firenze)
Collettivo di Scienze e Collettivo Sestograd – Scuola di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Unifi (Firenze)
Collettivo Filodatorcere – Scuola di Ingegneria, Unifi (Firenze)
Collettivo Krisis – Scuola di Studi Umanistici e della Formazione, Unifi (Firenze)
Collettivo Laboratorio15 – Scuola di Psicologia, Unifi (Firenze)
Collettivo Politico – Scienze Politiche, Unifi (Firenze)
Collettivo Rosso Malpolo – Polo delle Scienze Sociali di Novoli, Unifi (Firenze)
Collettivo Kirillov (Prato)
Collettivo Nuovi Rumori (Firenze)
Collettivo Putilov (Firenze)
Comitato San Salvi chi può (Firenze)
Comitato Villa Giaquinto (Caserta)
Comunità di Resistenza Contadina Jerome Laronze – Genuino Clandestino nodo fiorentino (Firenze)
CSOA Forte Prenestino (Roma)
CUSA – umanesimoAnarchico (Firenze)
City Final – Gruppo musicale (Firenze)
Claudia De Concini, Assistente – European University Institute (Firenze)
Claudia Pinelli – Attivista (Milano)
DJ Craim – (Firenze)

Deiezione HC – Gruppo musicale (Pisa)
Disco Rebel Foundation – Collettivo musicale (Firenze)
Dissidanza – crew

Daniela Poli, Professoressa ordinaria – Scuola di Architettura, Unifi (Firenze)
Daniele Vannetiello, Professore a contratto – Dip. di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali, Unibo (Bologna)
Davide  Cauciello, Architetto (Bruxelles)
Donella Verdi – Consigliera comunale, Firenze riparte a sinistra (Firenze)
Edizioni Alegre – Casa editrice (Roma)
Entrelazando – Productora fotográfica y audiovisual itinerante (Latinoamerica)

Exit-Enter – Artista (Firenze)
Enzo Scandurra, già Professore ordinario – Dip. di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale,
Enrico Sibilla – Scrittore e traduttore (Milano)
Forum Civism Beni Comuni (Firenze)
Federazione dei Verdi (Firenze)
Federazione Fiorentina del Partito Comunista (Firenze)
Fronte della Gioventù Comunista (Firenze)
Fuori Binario – Giornale (Firenze)
Fuorimercato – Autogestione in movimento (Milano)

Francesco Biagi, Professore – Istituto italiano per gli studi filosofici (Napoli)
Federico Di Traglia, Ricercatore a tempo determinato – Dip. di Scienze della Terra, Unifi
Filippo Frittelli – Regista e attore, Underwear Theatre (Firenze)
Federico Tassini – Regista, attore e attivista (Firenze)
Francesca Gabbriellini – Attivista, Progetto Rebeldia (Pisa)
Gruppo Capoeira Angola Meninos de Angola (Firenze)

Giancarlo Paba, già Professore ordinario – Scuola di Architettura, Unifi (Firenze)
Gloriana Gregorini, Professoressa alle scuole medie superiori – Istituto di Istruzione Superiore “A. Panzini” (Senigallia)
Gabriele Romei – Artista (Firenze)
Gigi Malabarba – Attivista e sindacalista, Fabbrica recuperata RiMaflow (Trezzano sul Naviglio)
Harmakis Edizioni – Editore (Montevarchi)
IAM – Iniziativa Antagonista Metropolitana
La Sapienza (Roma)
Luigi Chiarella–yamunin,  Scrittore (Vienna) 
IVANOSKA – Gruppo musicale (Firenze)
IF_DO – Hacklab fiorentino (Firenze)
Iacopo Zetti, Professore associato – Scuola di Architettura, Unifi (Firenze)
Ilaria Agostini, Ricercatrice – Dip. di Beni Culturali, Unibo (Bologna)
Jordan Kaspar Baldassini – Editore (Firenze)
Laboratorio perUnaltracittà – Laboratorio politico (Firenze)
Laboratorio Sociale Millepiani (Caserta)
Libera Biblioteca De Carlo (Urbino)
Lamiere – Gruppo musicale (Firenze)
L’Eco del Nulla – Rivista (Firenze)

Leandro Picarella – Regista (Firenze)
Lorenzo Perini – Architetto, studente e attivista (Firenze)
Machine Funk – Laboratorio musicale (Firenze)
Maggio Reggae – Collettivo musicale (Firenze)
Maremma Antifa (Grosseto)
Minima&Moralia (Blog)
Mondeggi Bene Comune – Fattoria senza padroni (Firenze)
Maddalena Rossi, Professoressa a contratto – Scuola di Architettura, Unifi (Firenze)
Marco Tangocci – Autore ed editore (Firenze)
Maria Sardella – Scrittrice e docente (Brescia)
Martina Guerrini – Scrittrice e attivista (Firenze)
Marco Perduca – già senatore

Melody Waysieh Behbahani – Teatrante (Firenze)
Maurizio Dolfi – Attivista, CEP – Comunità Isolotto (Firenze)
Miriam Amato – Consigliera comunale, PaP (Firenze)
Nodo Solidale (México)
NUDM – NonUnaDiMeno – Piattaforma (Firenze)
Nazione Indiana (Blog)
OTK Sound – crew
Niccolo Gallio, Persona di firenze
Occupazione via del Leone (Firenze)

Occupazione viale Corsica 81 (Firenze)
Ornella De Zordo, già Professoressa ordinaria – Dip. di Lingue, Letterature e Studi interculturali, Unifi (Firenze)
Partito della Rifondazione Comunista (Firenze)
Potere al Popolo (Firenze)

Presidio No inceneritori No aeroporto (Firenze piana)
Progetto Rebeldia – Progetto politico collettivo (Pisa)
Paola Boggi
Pietro Gaglianò – Critico d’arte e curatore (Firenze)
Paolo Turchi, Graphic Designer, Professore alle scuole medie superiori – Liceo Artistico Statale “E. Mannucci” (Ancona)
Pietro De Vivo – Editore (Roma)
Radio Wombat (Firenze)
Radio Onda Rossa (Roma)
Radio Rogna (Sarzana)
Radio Blackout (Torino)
RCF – Rete dei Collettivi Fiorentini
Rete SET Italia – Sud Europa di fronte alla Turistificazione – Piattaforma (Firenze)
Ribellarti – Laboratorio artistico (Firenze)
RUF – Riders Union Firenze (Firenze)
Pachamama Teatro (Buenos Aires – Firenze)
Post-Hit – Progetto artistico (Firenze)
Progeas Family – Laboratorio artistico (Firenze)
Quarto Podere – gruppo musicale (Toscana)

Rosanna Volpi – Attivista e scrittrice, Non Una di Meno (Livorno)
Roberto Budini-Gattai, già Professore ordinario – Scuola di Architettura, Unifi (Firenze)
Studenti di Sinistra – Ateneo Fiorentino
SIC – Scrittura Industriale Collettiva (Firenze)
Sindacato Autogestito USI sanità – Careggi (Firenze)
Spazio Autogestitio Ri-Make (Milano)
Spazio InKiostro – Spazio sociale (Firenze)

sQUEERt Parade (Firenze)
Studentato Autogestito PDM 27 (Firenze)
SCIRA – Studenti Casertani In RivoltA (Caserta)
Spliffin Movement – Collettivo musicale (Firenze)
Street Levels Gallery – Galleria d’arte (Firenze)
Storie in Movimento – Redazione (Bologna)
Spliffin Movement – crew (Firenze)

Stefano Patrizio – Musicista
Sara Marzullo – Autore (Siena)
Simone Bachechi – Autore (Firenze)
Teatro Officina Refugio (Livorno)
Three Faces – Associazione culturale (Firenze)
TheFLR – The Florentine Literary Review – Rivista (Firenze)

Tamburo – Musicista (Firenze)
Tiziano Cardosi – Attivista, Comitato NoTav (Firenze)
Tommaso Grassi – Consigliere comunale, Firenze riparte a sinistra (Firenze)
Uomini nudi che corrono – Collettivo di artisti (Macerata)
UR Suoni – Etichetta discografica indipendente (Fireze)

Zambra – Gruppo musicale (Pisa)
Verde Rivista – Rivista (Roma)
Valentina D’Ippolito – Studentessa (Firenze)
Vanni Santoni – Scrittore (Firenze)
Zapruder. Storie in Movimento – Rivista (Bologna)

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Su Minima&Moralia un appello spontaneo alla mobilitazione solidale anche da parte del mondo della cultura [firme in aggiornamento]:
http://www.minimaetmoralia.it/wp/difesa-della-polveriera/

La Polveriera è sotto sgombero

La Polveriera è sotto sgombero!

Pochi giorni fa il cda dell’azienda regionale per il diritto allo studio ha approvato – senza alcun preavviso e con il solo voto contrario delle rappresentanze studentesche – lo sgombero degli spazi comuni della Polveriera (su forte pressione dell’assessore alla Cultura, Università e Ricerca Monica Barni del Partito Democratico) con l’intenzione di occupare queste stanze con altri uffici della Regione.

Uno degli ultimi spazi autogestiti nel centro storico della città-vetrina, che in quasi cinque anni di apertura – grazie all’impegno volontario di molti e delle sole risorse recuperate o frutto di autofinanziamento – si è distinto come luogo di cultura, università e ricerca, così come di elaborazione e diffusione artistica, politica, tecnologica e sindacale, e che è sede e crocevia di una moltitudine di individui, collettivi e attività.

Un luogo di aggregazione e condivisione di saperi, libero da ogni forma di discriminazione e violenza, e che perciò riteniamo sia fondamentale difendere.

Vi aggiorneremo tempestivamente su come si evolverà la faccenda. Diffondi e condividi!

La Polveriera non si tocca! Viva l’autogestione!

Paura e Delirio in Sant’Apollonia

Nel corso degli ultimi anni abbiamo visto come il Comune di Firenze, con la scusa di una fantomatica lotta alla droga e al degrado, abbia chiuso e militarizzato gli spazi pubblici di questa città allontanando il piccolo spacciatore senza di fatto voler risolvere il problema. In nome del “decoro” e della “sicurezza” sono state giustificate azioni repressive e ordinanze assurde e contrarie agli interessi dei cittadini.

Si pensi ad esempio all’ondata di retate che negli ultimi anni ha interessato luoghi come Piazza Santo Spirito, Piazza Sant’Ambrogio, Piazza San Marco, la stazione e il parco delle Cascine, non a caso tutti luoghi per i quali il Comune ha dimostrato un interesse particolare nell’ottica di allargare e consolidare il progetto della “Firenze città vetrina”.

Il risultato, in barba a tutte le dichiarazioni di miglioramento e aumento della sicurezza della città, è che il problema dello spaccio dalle piazze è passato ad altri luoghi meno interessanti per quel circuito turistico che le istituzioni locali vogliono promuovere, intensificando il disagio sociale già esistente nelle zone più “in ombra” del centro.

Appare sempre più evidente come il processo di gentrificazione che ha interessato il
centro di Firenze in questi anni stia seguendo una linearità strategica: alcune zone, abbandonate dalle istituzioni spesso con grandi progetti incompiuti, diventano luoghi di degrado e delinquenza. Qui si svalutano immobili, la popolazione residente protesta senza ottenere alcunché ed infine si sposta. In questo contesto, gli immobili iniziano a essere svenduti agli investitori. Una volta svuotate, queste aree vengono “bonificate” con interventi anche violenti delle forze dell’ordine e, spostati altrove i problemi, diventano appetibili per le speculazioni edilizie. Chi ha comprato a poco ora ha in mano molto di più. Questo grazie ai progetti delle istituzioni, tutti rivolti a un turismo gestito da grandi aziende e immobiliaristi.

Questo processo interessa e ha interessato quasi tutti i quartieri del centro storico e non da poco riguarda anche il quartiere di San Lorenzo, in particolar modo l’area che va da via Panicale al chiostro di Sant’Apollonia. Lavoratori, studenti e abitanti del quartiere che si impegnano e si incontrano nel chiostro e negli spazi della Polveriera si trovano a dover vivere questa situazione quotidianamente. Siamo nella fase in cui questo “degrado” viene concentrato in una zona specifica prima di essere spazzato via altrove con la violenza. Sant’Apollonia infatti, essendo uno spazio pubblico, è ovviamente aperto a ogni tipo di frequentazione, e trovandosi in un quartiere che vive una situazione così complessa, è meta e crocevia di molti traffici loschi e personaggi molesti.

Ogni giorno ritroviamo i tavolini circondati o coperti da spazzatura, ascoltiamo le incazzature per furti, offese e minacce subiti, e soprattutto siamo costretti a pulire i bagni della mensa universitaria – con cui condividiamo il chiostro – da oggetti come stagnole e siringhe usate, litigando spesso con gente che si chiude a chiave nei bagni e che ci vediamo costretti a cacciare per il bene di chi questi spazi li usa per studiare, per mangiare alla mensa o partecipare alle iniziative in Polveriera.
Denunciamo tutto ciò perché riteniamo sia frutto della pessima gestione di un comune che delega alle forze di polizia la soluzione dei problemi sociali, criminalizzando, scambiando a bella posta gli effetti con le cause per giustificare le sue manovre sulla città.

Noi al contrario pensiamo che non sia reprimendo ma piuttosto predisponendo luoghi adatti a un
consumo privato e pulito, muovendosi in direzione di legalizzazione e aprendo un onesto dibattito
sull’uso e la natura delle sostanze che si possa iniziare a trovare soluzioni a un problema che è radicato più in profondità nelle contraddizioni del sistema capitalistico.

Dal canto nostro, per risolvere questo e altri problemi non ricorreremo alla violenza o a chiusure, né tantomeno delegheremo alla repressione poliziesca, né adesso né mai. Ci adoperiamo affinché il problema sociale della droga sia un impegno assunto dalla collettività, e chiediamo solidarietà e collaborazione da parte di chi vive o frequenta questi spazi: la Polveriera è nata con l’intento di riaprire uno spazio abbandonato per renderlo nuovamente fruibile valorizzando le funzioni sociali che può svolgere e l’importanza fondamentale di queste in opposizione a dinamiche che alimentando l’isolamento, la paura e l’odio reciproco, rendono invivibile questa città.

Riteniamo che solo in presenza di uguaglianza e giustizia sociale si possano debellare le necessità di spaccio e consumo, e soltanto in virtù di una socialità basata su aiuto reciproco e solidarietà, partecipazione attiva e condivisione, inclusività e rispetto.

L’Assemblea de “La Polveriera SpazioComune”

Il chiostro non si cancella – Lunedì 3 Ottobre – Assemblea per il chiostro di Sant’Apollonia aperto – ore 17

Il chiostro dell’ex-convento di Sant’Apollonia, anche detto “della Badessa”, è uno dei chiostri più grandi a Firenze: un pezzo di storia e d’arte, patrimonio della città e dei suoi cittadini.
La gestione da parte degli organi competenti – la Regione Toscana in mano al PD e l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio che si occupa del servizio mensa e dell’aula studio al piano terra – è stata fino ad oggi superficiale se non addirittura assente, nonostante le reiterate promesse di restauro e valorizzazione. Almeno fino a quando un gruppo di studenti e cittadini non ha iniziato a interessarsi alle condizioni in cui questo chiostro versava, chiedendo in primo luogo un intervento di riqualifica. Quando finalmente la regione ha acquisito la proprietà dal demanio – in forza di un progetto che prevedeva un investimento di 5milioni – non si sono fatte attendere voci di ulteriori chiusure e lottizzazioni, insieme alla trasformazione delle aule al primo piano in uffici contro il palese interesse dei suoi frequentanti.
Il primo auspicato intervento è arrivato solo quest’estate: il chiostro è stato trasformato per tre mesi in un cantiere per i lavori di installazione dell’impianto di irrigazione e di posa di un nuovo manto erboso. Sorvoliamo sulla perplessità che possono destare le cifre di questi lavori: 57.000 euro per 5/6 giorni di lavori con 4 operai, su un totale di 3 mesi di cantiere (terra rivoltata, reti metalliche, accesso vietato da luglio a settembre).
Abbiamo pure accettato di buon grado la temporanea chiusura del chiostro al pubblico: l’erbetta per ben crescere va ben curata!, siamo d’accordo. Ma quando il temporaneo minaccia di diventare realtà permanente occorre iniziare a studiare e ad organizzarsi.
Ora è trascorso il periodo di “assestamento” del prato, e per la terza volta la rete metallica da noi rimossa è stata prontamente sostituita: risulta così evidente l’intenzione del DSU di erigere un cancello stabile per interdire l’accesso al chiostro e separare un altro luogo della città ai suoi abitanti: da pubblico a privato, cioè – letteralmente – privato al pubblico.
Appare ben chiara quale sia la linea di condotta dell’amministrazione regionale (che ben rispecchia quella comunale, pedissequa ancella della nazionale): gli spazi non devono essere pubblici, i cittadini non sono in grado di gestirli; gli spazi devono essere chiusi, amministrati per scopi privati, utili a far cassa.
Un cancello è una conferma che i confini, prima che materiali, sono nella mente e nelle azioni di chi amministra la cosa pubblica (una marmaglia di burocrati che fanno del liberismo selvaggio l’apologia del degrado cittadino), come se gestisse un’azienda privata.

Noi vogliamo che il chiostro di Sant’Apollonia resti aperto, comune ed accessibile a tutti. Vogliamo che sia gestito in modo trasparente e rispettoso. Vogliamo che la gestione di un bene comune sia occasione di crescita di percorsi partecipativi e non di chiusure e arretramenti sociali e culturali.
Per questo invitiamo cittadini, studenti e lavoratori LUNEDI 3 OTTOBRE alle 17 negli spazi comuni della Polveriera, per decidere insieme quale dovrà essere la migliore via per far sì che questa volontà possa realizzarsi.

L’Assemblea della Polveriera